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Roma
Regione Lazio, salvate il Listino del presidente. Le grandi manovre del Pd

di Donato Robilotta *


Alla Pisana continua la melina sulla legge elettorale. L’altra settimana la commissione Affari Costituzionali era stata sconvocata per impegni di alcuni gruppi consiliari e quella di Giovedì 28 ha affrontato alcuni problemi emersi durante l’audizione degli esperti, ma non ha iniziato ad esaminare il testo.


Sono le problematiche relative al recepimento delle modifiche apportate in questi anni alla legge 165/2004, che detta i principi per legislazione regionale in materia elettorale, riguardanti la previsione della preferenza di genere e dell’election day, che io avevo sollevato proprio con un articolo pubblicato su Affaritaliani del 20 Settembre scorso.
E’ emerso con chiarezza che non si può introdurre con un decreto del Presidente la parità di genere, come pure si diceva alla Pisana sino all’altro giorno,  ma serve la modifica alla legge elettorale con una specifica previsione.
Nella riunione è stato anche dichiarato che, secondo gli esperti auditi, senza l’adeguamento della normativa regionale in merito alla parità di genere ci sarebbe il rischio di contenziosi che rischierebbero di rendere molto accidentato il percorso elettorale. Ma io su questo ho molti dubbi.
Ma quello che è merso con forza è la divisione all’interno del gruppo del Pd sulla volontà di cancellate il cosiddetto listino bloccato, che di fatto è il cuore della proposta di legge varata dalla commissione speciale sulle riforme  e sottoscritta da quasi tutti i gruppi, a partire dal capogruppo del Pd che, se ha cambiato idea, farebbe bene a togliere la sua firma dalla proposta.
Insomma è venuto ufficialmente fuori che Zingaretti non vuole più cancellare il listino, come pure aveva scritto nel suo programma elettorale “nella nuova legge elettorale regionale cancelleremo il listino bloccato che non permette agli elettori di scegliere una quota rilevante dei consiglieri regionali”, e che nel Pd non tutti la pensano come lui.
La maggioranza prende tempo, infatti per questa settimana è prevista un’altra commissione che affronterà i problemi giuridici emersi senza discutere gli emendamenti, in attesa di un chiarimento politico nel Pd e tra le forze che sostengono l’attuale Presidente della Regione.
A Zingaretti però conviene non modificare l’attuale legge elettorale, non solo per mantenere il listino ma anche per un altro motivo importante, quello di evitare di andare al voto insieme alle politiche, perché sta costruendo una coalizione diversa e non omogenea a quella cui pensa Renzi per le elezioni politiche.
La data delle elezioni regionali la decide il Presidente della Regione e, senza il recepimento della norma nazionale sull’elecion day, può fissarla in una data compresa tra il 28 Gennaio e il 25 Febbraio del 2018, quando scade il quinquennio della legislatura.
Vedremo se l’opposizione, anche se non tutta, manterrà fede ai proclami di voler portare comunque in aula il testo per evitare ulteriore melina e far emergere le contraddizioni della maggioranza, o se finirà come nel 2009, quando non si cancellò il listino perché anche il centro destra all’ultimo minuto utile cambiò idea.


* Donato Robilotta, già Assessore agli Affari Istituzionali

 

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