Rifiuti Roma, sul termovalorizzatore Raggi e Zingaretti sfidano il Governo - Affaritaliani.it

Roma

Rifiuti Roma, sul termovalorizzatore Raggi e Zingaretti sfidano il Governo

La Regione Lazio non risponde alle richieste del Ministero sulla necessità di impianti

di Donato Robilotta *


L’audizione dell’altro giorno del Ministro Galletti in commissione ambiente al Senato è stata importante perché è servita allo stesso Ministro non solo a ribadire la sua preoccupazione per lo stato della gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio ma anche a confermare  in maniera perentoria la necessità del termovalorizzatore.


Nessuno me ne abbia se sostengo che si sia trattato di una vera e propria bacchettata tanto alla Sindaca di Roma, Virginia Raggi, che al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che nel loro prima incontro, dopo le elezioni romane, non avevano trovato di meglio che dire no all’impianto di termovalorizzazione opponendosi in maniera ideologica a quanto previsto dallo schema di decreto del Governo Renzi.

Il Ministro chiarisce che nel Lazio c’è una carenza di impianti di incenerimento a cui inviare il Css prodotto dagli impianti di Tmb e la Regione, per chiudere il ciclo dei rifiuti limitando al minimo il ricorso al conferimento in discarica, deve puntare sullo sviluppo della raccolta differenziata e potenziare la capacità di incenerimento, secondo “quanto indicato dall’emanando d.P.C.M. 10 Agosto 2016, ai sensi dell’articolo 35, comma 1, del c.d. “sblocca Italia”.(firmato il 10 Agosto e trasmesso l’11 Agosto 2016 e trasmesso ai competenti organi di controllo per il seguito di competenza) che prevede la necessità di realizzare un nuovo impianto di incenerimento con una capacità pari a 210.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati”.
Il ministro sottolinea che la previsione del dPCM “è cognitiva ma diventa cogente se il piano regionale non viene aggiornato prevedendo diverse soluzioni”.
Questa significa che lo schema del decreto, che sblocca la costruzione di una serie di inceneritori in Italia, a breve sarà emanato nella versione che abbiamo pubblicato diversi mesi fa proprio su Affaritaliani.it e che nel Lazio oltre agli impianti in esercizio di Colleferro e S. Vittore, e a quello di Malagrotta, autorizzato ma non ancora in esercizio, prevede anche un quarto impianto.

Il Ministro ha anche spiegato come sia evidente a Roma una grave carenza impiantistica per il trattamento dell’umido. Infatti a Roma è presente solo l’impianto di Maccarese con una capacità di trattamento pari a 30.000 tonnellate annue della frazione umida a fronte di un fabbisogno attuale pari a 200.000 t/a.
A livello regionale la capacità impiantistica viene stimata in 250.000 t/anno, di cui attualmente solo una piccola parte effettiva, mentre il fabbisogno totale di compostaggio a regime con la raccolta differenziata al 65% sarebbe di 750.000 t/a con un fabbisogno residuo di 500.000 t/a.
Il Ministro sottolinea anche come con la “chiusura di Malagrotta, avvenuta nel 2013, si sia tra l’altro determinata la carenza di una discarica di servizio ove confluire i residui dal trattamento dei Tmb che non possono o non vengono avviati a recupero o incenerimento”.

Infine il Ministro riserva una ulteriore bacchettata alla Regione quando dice che “il 6 Settembre il Ministero dell’ambiente – non avendo avuto risposta a precedente nota del 2 Agosto – ha sollecitato la stessa Regione a inoltrare il resoconto sulle verifiche dell’impiantistica di Roma, nonché ribadito la necessità di integrare ed adeguare le previsioni del Piano del fabbisogno, propedeutico alla stesura del nuovo Piano Rifiuti, secondo le disposizioni previste nei dPcm attuative dell’art. 35, commi 1 e 2, dello “sblocca Italia”, nel rispetto del principio della gerarchia dei rifiuti”.


* Donato Robilotta, già consigliere regionale