Rifiuti, serve una discarica. Ma i candidati fanno finta di niente - Affaritaliani.it

Roma

Rifiuti, serve una discarica. Ma i candidati fanno finta di niente

L'intervento. "Spetta al Campidoglio individuare dove realizzarla"

di Donato Robilotta*


A Roma serve una discarica, così come nel Lazio bisogna ampliare quelle esistenti o individuare nuovi siti, dopo che in questi anni il Campidoglio, con la compiacenza della Pisana, ha sostenuto il contrario.
A scriverlo è la Regione Lazio, con la delibera della giunta n. 199 del 24 Aprile 2016, appena pubblicata sul bollettino ufficiale, che mette anche nero su bianco che spetta al sindaco (futuro) individuarla.
Probabilmente la Regione, dopo una recente sentenza del Tar del Lazio che ha imposto all’ente di via Cristoforo Colombo di mettere a punto, entro sei mesi, un piano di discariche di servizio dove smaltire gli scarti dei rifiuti trattati negli impianti presenti sul territorio, non poteva fare altro.
Anche perché il piano escogitato dalla vecchia giunta Marino di portare i rifiuti in altre Regioni e all’Estero, per non aver bisogno di impianti e discarica, non solo è costato molto alle casse capitoline ma è crollato miseramente di fronte alle normative comunitarie, che vietano di portare i rifiuti in giro per il mondo ed obbligano gli enti locali a trattare e smaltire i rifiuti nel luogo più vicino a quello dove vengono prodotti.
Tanto che su questo è in atto uno scontro tra l’Ama e la Regione, che pone giustamente problemi ad autorizzare la municipalità del Campidoglio a portare all’Estero circa 160 mila tonnellate di rifiuti all’anno, perché ha il timore di infrangere le normative comunitarie.
La situazione è grave, tanto che il Presidente dell’Ama si è rivolto al Ministro dell’Ambiente perché trovi una soluzione per evitare l’emergenza ed insiste per portare i rifiuti all’estero, anche se per un periodo breve, per avere modo di ammodernare gli impianti dell’Ama che sarebbero “arcaici e sovraccarichi”.
L’emergenza però non è causa del destino cinico e baro ma delle scelte sbagliate fatte dalle istituzioni locali che hanno assistito inermi alla chiusura di Malagrotta, anzi ne hanno fatto un loro vanto, ma non hanno voluto e saputo trovare un’alternativa.
Non solo, ma Roma e il Lazio hanno bisogno anche di impianti di incenerimento e questo lo dice il Governo Renzi con il decreto sblocca impianti, che fotografa la situazione ad oggi del ciclo rifiuti e individua gli impianti da realizzare in base al fabbisogno di ogni Regione. Nel Lazio oltre a quelli esistenti e in funzione, di Colleferro e S.Vittore, e quello autorizzato di Malagrotta serve anche un quarto impianto, così come abbiamo già scritto sempre su Affaritaliani.it.
La Regione invece sostiene che non ci sia bisogno di questi ultimi due impianti, e leggendo la delibera capiamo che questo avverrebbe non perché i dati del ministero sarebbero in qualche modo superati, come sostiene l’assessore Buschini, visto che sono gli stessi previsti nella delibera, ma per una diversa impostazione del ciclo dei rifiuti.
Infatti l’ente guidato da Nicola Zingaretti si pone come obiettivo di portare a valorizzazione solo il 45% dei rifiuti trattati (per un totale di 584mila480 t/a) e di smaltire in discarica il 55% (circa 688mila t/a) con l’aggiunta del 10% dei residui della raccolta differenziata.
Dunque mentre il decreto del Governo Renzi considera i rifiuti una risorsa e si pone l’obiettivo di valorizzarli al massimo, con produzione di energia, la Regione invece torna indietro e incentra il suo nuovo piano non sull’impiantistica ma sul sistema delle discariche.
Tanto è vero che la delibera in questione prevede di allargare le discariche esistenti e di individuare altri siti, anche a Roma, perché a fronte di una volumetria residua, pari a circa 1 milione di tonnellate, delle discariche di Albano, Civitavecchia, Colleferro, Latina, Roccasecca e Viterbo, dopo la chiusura di quelle di Malagrotta, Bracciano e Guidonia, negli anni da oggi al 2026 la quantità di rifiuti da smaltire in discarica sarà pari a oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti trattati.
Un vero e proprio controsenso perché la raccolta differenziata portata oltre il massimo previsto dalla norma, cosa che ha un costo elevato e stressa i cittadini, dovrebbe evitare il sistema delle discariche, con il piano della Regione Lazio accade il contrario.


*già Consigliere Regionale del Lazio