Roma
Rogo Pomezia, la lite Raggi-Zingaretti finisce a pesci in faccia


Botta e risposta al veleno, tra i due disputa a suon di comunicati
Rogo Pomezia, battibecco tra Comune e Regione: la lite Raggi-Zingaretti finisce a pesci in faccia.
Pomezia soffoca tra i fumi tossici, mentre Raggi e Zingaretti giocano allo scaricabarile. Uno scambio della patata bollente andato in scena anche nel pomeriggio, quando si è consumato il summit in merito al maxi incendio di venerdì. Un appuntamento importante dopo le polemiche del weekend, durante il quale però non si è persa occasione per fare polemica. E se la Pontina brucia il clima è gelido tra il presidente della Regione e il sindaco di Roma, che, all'uscita dal colloquio con il sindaco pontino Fabio Fucci, ha dichiarato: “Abbiamo chiesto approfondimenti ad Arpa ed Asl per capire cosa ci fosse nell'aria e cosa è caduto per terra. Dobbiamo capire con precisione cosa è caduto. Per ora ci sono solo ipotesi e noi faremo quanto è necessario. Incendi come questi che vanno a ricadere sui cittadini sono assolutamente intollerabili. Ulteriori campionamenti saranno effettuati in tutta la fascia a sud di Roma, chiediamo alla Regione di fare quanto di sua competenza. Oggi al tavolo non c'era".
Una vera e propria stilettata alla Regione Lazio e al suo presidente, “colpevole” di non essere stato presente in prima persona. Nicola Zingaretti era infatti impegnato all'inaugurazione del “Muro della bambole”, un' installazione contro il femminicidio nei pressi del teatro di Tor di Nona. Ma la risposta non è tardata ad arrivare, e, tramite una note della Regione, Zingaretti ha smentito le dichiarazioni della Raggi: “Alla riunione operativa convocata oggi a Pomezia dal sindaco Fucci erano presenti Arpa Lazio e Asl Rm 6 che sono le strutture tecniche della Regione che dal primo momento stanno monitorando la vicenda. Per questo sono prive di fondamento le dichiarazioni del sindaco Raggi sulla presunta assenza della Regione”.