Roma, caos rifiuti: Il Governo costringerà Zingaretti al termovalorizzatore” - Affaritaliani.it

Roma

Roma, caos rifiuti: Il Governo costringerà Zingaretti al termovalorizzatore”

“Sui rifiuti il presidente della Regione e il sindaco di Roma Raggi hanno una posizione solo ideologica”

di Donato Robilotta *

Spiace che il Presidente Zingaretti continui a dire no al quarto termovalorizzatore nel Lazio, previsto dal decreto del Governo, oltre a quelli di S. Vittore, Colleferro e Malagrotta, perché i dati del Ministero dell’Ambiente sono inconfutabili.



Continuare a dire che, rispetto ai dati del fabbisogno regionale, non c’è bisogno del nuovo impianto è un errore, perché significa non tenere conto che la relativa delibera regionale, la 199 del 2016, conteneva calcoli non suffragati da dati convincenti tanto che non è stata presa in considerazione ai fini della stesura finale del decreto.
Il no di Zingaretti al termovalorizzatore, al pari di quello della Raggi, è ideologico perché quelli contenuti nel decreto sono dati realistici che sono previsti anche nel piano regionale dei rifiuti della Regione Lazio, che prevede quattro impianti, e sono quelli che dicono tutti gli esperti.
A Roma e nel Lazio c’è una carenza impiantistica che è la causa principale dell’emergenza rifiuti e la soluzione non può essere quella di portarli all’Estero, cosa vietata dall’Europa, o di tornare ad un sistema dei rifiuti incentrato sulla discarica, come previsto proprio dalla delibera sul fabbisogno.
Non è vero poi che il decreto è solo cognitivo, e questo Zingaretti lo sa bene, perché diventa “cogente” se la Regione non aggiorna il suo piano regionale prevedendo soluzioni alternative che stiano in piedi e siano convincenti rispetto a quanto stabilito nel decreto.

Il decreto del Governo, frutto di un  lavoro tecnico durato quasi due anni, è stato emanato in base all’articolo 35 del dl 133/2014, cd “sblocca Italia”, che prevede la “individuazione a livello nazionale della capacità complessiva di trattamento rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale e degli impianti di incenerimento con recupero energetico da realizzare per coprire il fabbisogno residuo”.
Gli impianti previsti nel decreto “costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani, garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica”
E dunque, siccome gli impianti sono considerati di interesse nazionale, se la Regione non attua quanto previsto dal decreto interverrà il Governo applicando il potere sostitutivo previsto dall’articolo 8 della legge 131/2003.

Non solo ma, se passa il referendum e la riforma costituzionale diventa legge, il Governo potrà intervenire con la clausola di salvaguardia senza bisogno neanche di attivare il potere sostitutivo.


* Donato Robilotta, gia consigliere regionale