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Roma
Roma, città storica sotto attacco dei costruttori. “Il patrimonio va tutelato”

La città storica rischia l'attacco delle speculazioni edilizie. Questo è ciò che denuncia l'associazione Carteinregola. A preoccupare l'associazione e altri realtà e comitati impegnati nella salvaguardia del tessuto urbano storico di Roma è la legge n.7 del 2017 sulla rigenerazione urbana, per le sue ricadute sul tessuto urbano. “Noi cittadini - ha detto Anna Maria Bianchi, presidente di Carteinregola, durante la diretta su Facebook - dobbiamo continuare a interessarci di queste questioni. La città ha bisogno delle nostre proposte. Il patrimonio della città storica è di tutti, è la nostra storia, la nostra memoria. È nostro dovere trasmetterlo alle generazioni future”.

In particolare al centro della questione c'è l'articolo 6 della legge. Perché? Per rispondere, va detto che per “città storica” non si intende solo il centro storico compreso entro le Mura Aureliane, ma anche altre parti della città costruite tra l'800 e il primo 900, come ad esempio la Garbatella, Monteverde Vecchio, via delle Fornaci, Villa Fiorelli, Corso Trieste, Montesacro. L'articolo 6, tuttavia, prevede che anche in queste aree possano essere fatti degli interventi diretti su singoli edifici di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione di edifici, con incremento di cubatura fino al 20%, cambiandone aspetto, forma e altezza. Il tutto senza limiti o prescrizione da parte degli uffici comunali. Il parere della Sovrintendenza diventa solo consultivo, come anche la Carta della Qualità del Piano Regolatore. Unico limite sono gli edifici inseriti nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (Ptpr, approvato definitivamente nel 2021).

Emblematico in tal senso è il caso della Villa Paolina, di cui ha parlato Cristina Rinaldi, presidente del Comitato Salviamo Villa Paolina. La villa novecentesca, poi trasformata in un convento e in una scuola rischiava la demolizione. Poi grazie anche al lavoro del Comitato è stata risparmiata.

Altri interventi durante la diretta, intitolata "Quale rigenerazione urbana per Roma", sono stati quello di Domenico Cecchini dell'Istituto Nazionale dell'Urbanistica del Lazio che ha introdotto la questione,  Mirella Di Giovine, esponente dell'associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli che ha parlato della necessità di tener conto anche della transizione ecologica nella rigenerazione urbana, l'urbanista Daniele Iacovone, che ha spiegato in che consiste la tutela del Ptpr e Michele Campisi di Italia Nostra, che ha rimarcato la pericolosità dell'articolo 6.

Le richieste di Carteinregola: “Interesse pubblico prevalga su quello privato”

“Noi non siamo contro le trasformazioni urbane - ha detto Anna Maria Bianchi - il punto è se vogliamo lasciare che siano guidate dalla rendita e dal profitto privato, che segue logiche che non possono coincidere con l'interesse pubblico, oppure se vogliamo sottoporle al presidio della regia pubblica, unica garanzia della prevalenza dell'interesse generale su quello privato”.

Quattro le richieste dell'associazione: innanzitutto che l'articolo 44 del Ptpr, che vieta questo tipo d'interventi nel centro storico inserito nel patrimonio Unesco, venga esteso anche al resto della città storica. Seconda richiesta è la modifica dell'articolo 6, permettendo a Roma Capitale di scegliere sempre quali porzioni di tessuto urbano vanno preservate. Poi va risolto il fatto che l'articolo interferisce con i compiti dell'istituzione comunale, che dovrebbe essere l'unica titolare del governo delle trasformazioni urbane. Infine Carte in Regola chiede di rendere pubblico il bilancio degli interventi realizzati in base al Piano Casa e alla legge regionale stessa.

Le parole dell'assessore Veloccia: “Va trovato un equilibrio”

Più conciliante è la visione espressa dall'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale Maurizio Veloccia. “Non dobbiamo ragionare per ideologie, né in un senso né nell'altro - ha detto l'assessore - da una parte c'è chi vuole la totale deregulation, mentre dall'altra c'è chi vuole una regia esclusivamente pubblica. Io preferirei la seconda, ma ad oggi non è stata applicata. Se la regia pubblica impedisce la rigenerazione per la sua inefficienza, il rischio è che prevalga chi vuole la totale liberalizzazione. La cosa migliore è trovare un equilibrio, con una particolare attenzione sulla città storica. Dobbiamo fare in modo che l'articolo 6 vada a impattare su edifici di scarsa qualità, preservando quelli che fanno parte della città storica, tramite anche la Carta della qualità e il parere della sovrintendenza. Io e l'assessore Gotor stiamo lavorando a una delibera in tal senso”.

Tommaso Amodeo: “Estendere le tutele anche fuori dalle Mura Aureliane”

Alla diretta su Facebook ha partecipato anche il presidente della Commissione Urbanistica dell'Assemblea Capitolina, Tommaso Amodeo. Anche Amodeo ha avuto un tono conciliante: “La rigenerazione urbana è necessaria per evitare il consumo di suolo - ha detto - e il parere della Sovrintendenza, anche se sulla carta non è vincolante lo è comunque nella sostanza. Poi certo, l'articolo 6 della legge potrebbe avere ricadute sulle porzioni di città storica esterne alle Mura Aureliane. Le tutele del Ptpr andrebbero estese anche a queste porzioni.”.

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