Roma, dai lavori nell'hotel di Bill Gates spunta l'antico teatro di Nerone - Affaritaliani.it

Roma

Roma, dai lavori nell'hotel di Bill Gates spunta l'antico teatro di Nerone

Incredibile scoperta archeologica a due passi da San Pietro: rinvenuti calici, manufatti e persino il magazzino di scena dove venivano allestiti gli spettacoli

Lo cercavano da decenni. Ed è venuto alla luce in maniera quasi fortuita. Ritrovati alcuni resti dell’antico Teatro di Nerone, che si credeva perduto. Una nuova scoperta archeologica definita di "eccezionale importanza" dalla soprintendente di Roma Daniela Porro e da altri esponenti della comunità scientifica.

Il ritrovamento è avvenuto a una profondità media di cinque metri rispetto all’attuale piano strada, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, in una zona che nel corso dei secoli ha subito radicali trasformazioni: gli archeologi lo hanno fatto venire a luce durante i lavori di restauro di Palazzo della Rovere per la realizzazione dell'hotel extralusso di Bill Gates.

Calici, brocche e manufatti unici

La scoperta è avvenuta nella corte interna di Palazzo della Rovere, sede dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in parte affittata a un albergo di lusso. Lo scavo, condotto dalla Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, ha riportato alla luce sia strutture, sia decorazioni, sia oggetti. In particolare i resti della parte sinistra della cavea a emiciclo, la scenæ frons, sontuose colonne finemente lavorate di marmi pregiati, decorazioni a stucco con foglia d’oro e ambienti di servizio, forse depositi per costumi e scenografie. Tutti elementi, insieme alla alta tecnica realizzativa e ai bolli laterizi, che concorrono a indentificare gli edifici ritrovati appunto come il Theatrum Neronis testimoniato dalle fonti antiche. Inoltre sono emersi rarissimi esemplari di calici vitrei, brocche e materiale ceramico, insegne dei pellegrini, oggetti in osso e matrici per rosari, battuti stradali, a testimoniare l’evoluzione dell’area in età medioevale fra attività produttive e pellegrinaggi alla tomba di Pietro.

Tra leggenda e realtà

In antico l’area di scavo - iniziato due anni fa sotto la direzione scientifica di Renato Sebastiani e proseguito da Alessio De Cristofaro, archeologi della Soprintendenza, e condotto sul campo dall’archeologa Marzia Di Mento - si trovava all’interno degli Horti di Agrippina maggiore, la vasta tenuta della famiglia giulio-claudia, dove Caligola aveva costruito un grande circo per le corse dei cavalli e Nerone realizzato un teatro, di cui parlano Plinio, Svetonio e Tacito. Nonostante la stratigrafia complessa dei ritrovamenti e una fase di studio che dovrà portare a conferme, gli esperti concordano al momento che i resti siano indentificabili proprio con quelli del leggendario Theatrum legato solo alla sola memoria letteraria e circondato da una aura di leggenda. 

Due edifici divisi

Le due strutture in opera laterizia sono infatti databili, grazie ai bolli rinvenuti sui bipedali, all’età giulio-claudia, e la possente tecnica costruttiva testimonia un’opera di grande impegno economico e tecnico, frutto di una committenza di alto rango come si può evincere anche dall’apparato decorativo. Il primo edificio è caratterizzato da una pianta a emiciclo, con muri radiali e un sistema di accessi e di scale. Tutte caratteristiche compatibili con una cavea teatrale, su cui sorgevano le gradinate per il pubblico, con scaenæ frons a ovest e un ricchissimo apparato decorativo, sembra di ordine ionico, con elementi architettonici e rivestimenti in pregiati marmi bianchi e colorati. Stucchi ricoperti di foglia d’oro – tipologia che si riscontra anche nella Domus Aurea, reggia neroniana – impreziosivano probabilmente, sia l’interno che il prospetto della struttura.

Scoperto anche il magazzino scenico

Il secondo edificio, perpendicolare al primo, è costituito da una serie di ambienti con funzione di servizio: presumibilmente per ospitare i materiali e le attrezzatture utilizzati per gli spettacoli nel teatro, come scenografie, costumi. Entrambi gli edifici si affacciavano su una grande corte scoperta, forse circondata da un portico, e sembrano essere utilizzati come teatro per un periodo tutto sommato breve. I ritrovamenti, come annunciato da Daniela Porro e da Ludovico Visconti di Modrone, ambasciatore e governatore dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, proprietario di Palazzo della Rovere, verranno valorizzati all’interno dello stesso edificio.