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Roma
Roma giungla urbana: alberi caduti e niente potature. Raggi si sveglia tardi

di Francesco Giro *

Roma oltre ad essere il più grande comune agricolo d'Europa è anche fra le capitali europee più verdi con i suoi 4.500 ettari, pari a 45 milioni di metri quadri, di parchi urbani, ville storiche, giardini pubblici, riserve protette, verde storico-archeologico, verde stradale, di quartiere e di prossimità e oltre 330mila alberi.

Negli ultimi anni sia la cura del verde pubblico orizzontale (con lo sfalcio dell'erba e la bonifica e potatura dei cespugli) sia quella verticale (con la cura e potatura degli alberi) ha subìto un notevole rallentamento anche a causa del blocco improvviso dei contratti con le cooperative coinvolte nell'inchiesta di Mafia Capitale che facevano capo a Salvatore Buzzi. La giunta Raggi ha comunque investito 3,5 milioni per monitorare 82mila alberi, 4 milioni per gli sfalci e 5milioni per le potature degli alberi, dopo circa un biennio di vuoto manutentivo. Sono cifre importanti ma non sufficienti per invertire finalmente la rotta in una città dove il verde pubblico soffre uno stato di abbandono e degrado ormai inaccettabile. Ma le cose sembrano cambiare, anche se molto e forse troppo lentamente, proprio quando la Raggi sta per concludere il suo mandato. Meglio tardi che mai.

Solo pochi mesi fa è stato concluso l'iter del bando per il verde orizzontale. Ci hanno impiegato due anni! Sono 48 milioni di euro, per un appalto suddiviso in 8 lotti, per interventi in 1500 zone individuate dal Dipartimento ambiente del Comune di Roma, in tutti i 15 municipi dove le ditte selezionate lavoreranno contemporaneamente per opere di sfalcio e potatura. Non siamo certamente ai tempi di Rutelli, che impegnava direttamente i giardinieri del Servizio comunale giardini, circa mille, ma è un passo avanti.

Accanto al lavoro esternalizzato il Comune, seppure anche qui con una lentezza esasperante, dopo alcuni anni di depotenziamento del suo Servizio Giardini, ha finalmente assunto 71 nuovi giardinieri ai quali si dovrebbero aggiungere altri 70 che si occuperanno prevalentemente della cura delle ville storiche e del verde di pregio. Tutto accade però molto lentamente e ciò che davvero stupisce è che molto accade dopo quasi 5 anni di governo alla vigilia delle urne.

Un'altra procedura giunta al traguardo in questi giorni è quella per l’affidamento del bando con gara europea per un appalto di 60 milioni, anch'esso triennale come quello dedicato al verde orizzontale, ma questa volta destinato alla cura del verde verticale, che a Roma è in precarie condizioni a causa del maltempo, delle fulminazioni e delle raffiche d'aria ma anche per la vetustà delle essenze arboree spesso malate o giunte alla fine del loro ciclo vitale. Ciò determina un serio problema innanzitutto per l'incolumità delle persone, della viabilità e poi degli arredi urbani. Non sono stati purtroppo rari gli incidenti anche mortali provocati dal crollo improvviso degli alberi. Con questa operazione si vuole garantire la potatura di circa 165mila alberi sia nelle ville storiche come Villa Borghese, Villa Doria Pamphilj, Villa Ada e Castel Fusano, sia nelle strade e nel verde urbano.

Ciò che chiediamo però è che la potatura sia eseguita laddove necessario e secondo criteri scientifici certi e che sia di qualità e non priva di regole. Inoltre soprattutto in una città come Roma dopo la potatura e il taglio degli alberi vanno previsti immediatamente interventi sostitutivi e comunque di tutela del decoro perché una città come Roma non può essere deturpata dalla visione sempre più diffusa delle ceppaie lungo le strade, il lungotevere, nei parchi e persino nelle ville storiche. Il verde a Roma deve tornare protagonista coinvolgendo e valorizzando le migliori competenze professionali.

* Francesco Giro, Senatore di Forza Italia e Segretario del Senato della Repubblica

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