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Roma
Roma perde la testa per la peste suina: spuntano i cartelli anti cinghiale
Cinghiale Roma

Il problema dei cinghiali sta influenzando Roma più del previsto. Sembrerebbe nata una sorta d’isteria che ha fatto perdere la testa alla città. Non bastava il ritorno della zona rossa – che ricorda un’altra pandemia – o l’abbattimento dei capi infetti, che sta facendo infuriare gli animalisti. Ora spuntano anche i cartelli di pericolo anti-cinghiale. 

Il codice della strada prevede due tipologie di cartelli: uno per gli animali domestici, raffigurante una mucca, e uno per gli animali selvatici, con il disegno di un cervo. Difatti, modificare il Codice della strada, per introdurre un nuovo cartello stradale di pericolo, comporterebbe un iter legislativo assai lungo. L’unica opzione risulta essere quella di utilizzare il già esistente cartello relativo agli animali selvatici, apponendo magari un pannello integrativo con la scritta “cinghiali”. Altrimenti, utilizzare una nuova segnaletica non prevista dal Codice della strada, risulterebbe in una violazione dello stesso.

“Il segnale di pericolo per gli animali selvatici esiste già. Non può essere cambiato da un’ordinanza del comune, ad esempio. Possono esserci casi specifici, mi viene in mente quello della sosta”, ha detto Paolo Colangelo, presidente di Confarca, l'associazione di categoria delle autoscuole. “Potrebbero mettere della segnaletica sanitaria, specifica per la Peste suina, ma non per i cinghiali perché il cartello pericolo animali selvatici esiste già. Di fatto, non si può mettere un segnale singolo per i cinghiali perché l’automobilista non lo conosce, non avendo fatto un esame specifico su quel cartello. Non gli è stato insegnato”.

In effetti, l’articolo 95, comma 1, del regolamento d’attuazione dell’art. 39 Codice della strada recita: “I segnali animali vaganti sono di due tipi: animali domestici (mucca) e animali selvatici (cervo); essi devono essere usati per presegnalare la vicinanza di un tratto di strada con probabile attraversamento di animali”.

Cosa prevede l’Ordinanza sui cinghiali

L’Ordinanza, oltre alla creazione delle zona rossa, specifica - fra le altre cose - che “è prevista anche particolare segnaletica di avviso della zona infetta, posta su ogni strada di accesso alla zona infetta, ivi inclusi i centri abitati e i parchi coinvolti e comunque all'inizio di ogni carrabile che conduca all'interno della zona infetta. Oltre al censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini, inclusi i cinghiali, ed immediato aggiornamento della Bdn sulla base delle informazioni anagrafiche verificate, tra cui la geolocalizzazione, l'orientamento produttivo, il numero di capi presenti. Detta attività deve comprendere anche l'individuazione di ogni struttura non registrata in Bdn che detenga, anche temporaneamente e/o a qualsiasi titolo, cinghiali o suini anche non destinati alla produzione di alimenti. Tutte attività a cui dovranno provvedere l'Asl, Comando Unità Forestali dell'Arma dei Carabinieri e le Forze di polizia territorialmente competenti”. Bisogna solo aspettare i nuovi cartelli.

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