"Roma ventunesima Regione d'Italia". La città metropolitana è già il passato - Affaritaliani.it

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"Roma ventunesima Regione d'Italia". La città metropolitana è già il passato

Considero in maniera molto positiva la presa di posizione che il capo gruppo di Forza Italia alla Camera, l'onorevole Renato Brunetta, ha preso sull’assetto istituzionale di Roma: dare finalmente alla Capitale i poteri legislativi di una Regione.
Visto che questo si può fare solo con una norma della Costituzione, che è in corso di modifica in Parlamento, mi auguro che il gruppo di FI al Senato, se non lo ha già fatto, presenti immediatamente in commissione un emendamento con la previsione di Roma-Capitale XXI Regione.

Mi auguro che su questa impostazione, anche con propri emendamenti, possano convergere anche altri gruppi a partire del Pd, dal momento che il presidente del gruppo del Senato, l’on.le Luigi Zanda, non più tardi di qualche settimana fa ha dichiarato pubblicamente che il futuro di Roma deve essere quello di una Regione
Proprio la discussione di queste ore in merito alle necessità che il Governo, di intesa con la Regione, conferisca poteri speciali alla Capitale nel campo dei trasporti, viabilità, ambiente e lavori pubblici, per la preparazione al Giubileo, sono la prova più evidente che Roma, nonostante la legge 42, il cambio del nome e i tanti proclami, è ancora gestita con gli stessi poteri di un comune di mille abitanti. Per cui ora si ricorre ai poteri speciali con ordinanze di protezione civile in deroga a norme ordinamentali.
Ma il punto è che da anni si dice che questi poteri per Roma dovrebbero essere ordinari e non speciali e occasionali, così come avviene per tutte le capitali Europee a partire da Berlino, che allo stesso tempo è città e Regione con il potere legislativo.
Il fallimento della legge 42 del 2009 è sotto gli occhi di tutti, perché quella norma pretendeva di trasferire alla Capitale competenze che sono in capo alla Regione e che quest’ultima nonostante accordi e protocolli si è ben guardata dal trasferire.
Né la situazione è migliorata con la istituzione della città Metropolitana che di fatto è nata con meno competenze della vecchia Provincia. Anche qui dovrebbe essere la Regione a trasferire competenze in materia di trasporti, viabilità, ambiente, commercio, servizi sociali, urbanistica, gestione servizi pubblici locali ed altro, ma sinora non si è visto niente e nella proposta di legge in merito all’attuazione della del Rio, che la Regione ha approvato in giunta, di questi trasferimenti non c’è traccia. Anzi la Regione si riprende anche quelle poche competenze che negli anni aveva trasferito alle Province.

Non solo, ma il fatto che la città Metropolitana di Roma corrisponda al territorio dell’intera Provincia e non solo della Città, cosa imposta dal gruppo PD in Parlamento che chiese la modifica del testo uscito da Palazzo Chigi, pone un problema alla Regione che teme la ciambella.
Tanto è vero che sempre nella proposta di legge sull’attuazione della Del Rio la Regione trasferisce alcune competenze sul commercio, autorizzazioni per i grandi centri commerciali, solo alla Città di Roma e non alla città metropolitana, dando vita così ad una conflittualità tra i due enti.
Enti, Campidoglio e Palazzo Valentini, che restano distinti e separati, anche in previsione della elezione diretta del Sindaco della città metropolitana, che in ogni caso non può non essere il Sindaco di Roma, e, capisco le attuali difficoltà del Sindaco Marino, ma il PD non può pensare di governare Roma dalla Provincia.
Insomma tutto questo mi porta a concludere che la riforma istituzionale è urgente e improcrastinabile. A Settembre riparte l’iter della Riforma Costituzionale, quella è la sede per prevedere Roma con i poteri legislativi, per cui mi auguro nell’interesse della nostra Capitale che alle parole seguano i fatti.

di Donato Robilotta, ex Assessore agli Affari Istituzionali della Regione Lazio