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Roma
Sabaudia, la battaglia del lago privato. Anna Scalfati: “Non mi arrendo”

Una battaglia alla Don Chisciotte, ma ad Anna Scalfati la determinazione non manca. Da decine di anni ormai il lago di Paola è l’obiettivo di speculazioni e attacchi indiscriminati che mirano a volerlo trasformare.

Tanto da aver attirato l’attenzione di istituzioni locali e nazionali e da aver portato diversi parlamentari a fare delle interrogazioni. Il lago di Paola è un paradiso che sorge nel Parco Nazionale del Circeo. È un bacino salmastro di circa 395 ettari situato tra Sabaudia e il promontorio del Circeo, con una estensione di oltre 6 chilometri, ricade nella rete ecologica europea "Natura 2000", come sito di interesse comunitario ed è classificato tra le zone umide protette dalla convenzione di Ramsar;

Il Lago di Paola

La storia è quella di una famiglia che lo possiede da 300 anni e che da decenni combatte affinché sia rispettato il suo delicatissimo equilibrio ambientale. “Da quando è morto mio padre, nel settembre 2007, siamo arrivati ormai al bel numero di 9 interrogazioni parlamentari bipartisan”, ha detto Anna Scalfati. “Il lago ha avuto il piacere di avere interrogazioni da destra e da sinistra. Sollevare la questione a livello parlamentare è stato per me, dalla morte di mio padre, un modo per fare uscire il lago di Paola da quel cono d’ombra nel quale interessi affaristici e speculativi lo volevano relegare”.

Lago di Paola, la storia di Anna Scalfati

Anna Scalfati spiega: “Sul sito del Lago di Paola avevano avviato le costruzione di barche da 9 milioni l’una ed era stata predisposta l’uscita a mare attraverso l’abbattimento fraudolento della chiusa pontificia a seguito del quale oggi si riscontrani dei danni gravi. In sostanza volevano creare un cantiere navale”.

“Il lago in realtà si stava trasformando in un porto che voleva dire far entrare l’acqua salata che avrebbe dichiarato la morte degli alberi del Circeo. Un progetto così ambizioso era un vero progetto di sventramento del Parco nazionale del Circeo". Ma la Scalfati non si perde di animo. "Sollevare la norma è stato faticoso. Le istituzioni sane hanno preso di petto questa situazione, il problema è che non si è corso ai ripari e si è continuato a costruire, a sversare e l’azione di tutela svolta dalla proprietà del lago, che è la stessa da 300 anni, è stata vista come un disturbo del territorio. Pur di non divederlo e tenere i canali, ho dovuto concedere l’usufrutto".

Nuovi cambiamenti a Sabaudia, per nuove speranza. “Ora hanno eletto un nuovo sindaco, Alberto Mosca, che è un ex generale dei Carabinieri. Lui ha capito quanto dobbiamo parlare per tutelare questo lago. Bisogna eliminare le fogne, andare a vedere le omissioni del comune sulle licenze urbanistiche, verificare le piscine che emungono l’acqua dolce e favoriscono la salinizzazione. Il mio obiettivo è quello di trasformare Sabaudia nella Genova del sud, facendolo diventare uno specchio d’acqua espositivo di tutto quello che è l’elettrico in modo che la nautica che soffre in questo paese, possa avere nel Parco nazionale e nel lago di Paola una sua espressione. È una battaglia dura e non so se la vincerò". 

L'ultima interrogazione regionale

L'ultima interrogazione a tutela del Lago di Paola nasce dalla consigliera regionale Cinquestelle Gaia Pernarella, nonché presidente della Commissione Cultura e Turismo della Regione Lazio. Pernarella porta sul piatto i problemi che attanagliano il lago, chiedendo che venga convocato un tavolo con tutti i protagonisti coinvolti: Regione, la Soprintendenza dei Beni Culturali, la Prefettura di Latina, il Parco Nazionale del Circeo, il Comune di Sabaudia e la proprietà privata del Lago, cioè Anna Scalfati. L'obiettivo è la tutela e la salvaguardia di tutto l'ecosistema del lago. 

“Il valore e la ricchezza del Lago di Paola per il territorio pontino – ha evidenziato la consigliera regionale - è noto: oltre a essere un sito di straordinaria e riconosciuta importanza naturalistica a livello europeo, pienamente integrato in un Parco Nazionale, tutelato dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, è anche un centro sportivo nazionale in quanto sede del circolo canottieri della Marina, e vanta sulle sue sponde la presenza di siti archeologici di importanza riconosciuta che abbracciano un arco di tempo tale da poter testimoniare e ricostruire la lunga storia dell’Agro Pontino, andando dall’epoca preistorica fino al Medioevo”.

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