Sanità Lazio, “Altro che deficit ridotto, sono aumentate le entrate”
Robilotta: “Zingaretti sbandiera il rientro del deficit, ma in conti dicono un'altra verità”
di Donato Robilotta*
Dal palazzo della giunta regionale continuano a filtrare notizie dell’uscita del Lazio dal commissariamento della sanità grazie alla bontà dei conti.
Soprattutto si usa una certa enfasi, siamo ormai già in campagna elettorale, nel dire che si è passati dai due miliardi di deficit del 2006 al quasi pareggio di bilancio nel 2017, con un disavanzo che dovrebbe essere pari –58 mln rispetto a quello del 2016 pari a -164 mln. Siccome il disavanzo sarebbe sotto la soglia del 5% del fondo sanitario, che spetta alla Regione, ci sarebbero dunque tutte le condizioni di legge per uscire dal commissariamento.
Ma i conti sono così a posto come si sbandiera? Mica tanto, ma andiamo con ordine.
Intanto sarebbe opportuno che l’attuale amministrazione Zingaretti facesse riferimento non al 2006 (disavanzo reale a -1,6 mld) ma al 2013, anno del suo insediamento, quando il disavanzo era a –670 mln.
La spesa sanitaria del Lazio, secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati dall’Agenas, è attualmente oltre gli 11 mld, quindi uguale a quella degli anni del massimo disavanzo della Regione. E questo nonostante una diminuzione del costo complessivo sul personale, pari a 366 mln, per il blocco del turn over che, dal 2008 al 2016, ha visto diminuire il personale nel campo sanitario di 9.138 operatori sanitari.
Mentre il fondo sanitario negli ultimi dieci anni è passato dai 9 miliardi del 2007 (disavanzo pari a – 1,3Mld) ai 10,5 mld del 2017, con un aumento dunque di 1,5 mld.
Nel 2013 la quota di fondo sanitario per la regione Lazio era di 9,8 mld, mentre per il 2017 è stato di 10,5 mld, pari a 700 mln in più.
Se sarà confermato il tendenziale del 2017, con disavanzo pari a -58 mln, significherà che in questa legislatura il disavanzo sanitario è calato di 612 mln, dunque addirittura inferiore ai fondi in più ricevuti dalla Regione grazie all’aumento del fondo.
Non solo ma l’anno scorso, con il riconoscimento dell’adeguamento Istat della popolazione, pratica iniziata dal Lazio quasi dieci anni, la Regione si è visto riconoscere 376,6 mln in più rispetto al fondo sanitario e 340 posti letto in più, che son stati distribuiti a macchia di leopardo, per accontentare alcuni potentati locali, invece di concentrarli in alcune strutture ospedaliere di frontiera i cui pronto soccorso scoppiano.
La verità è che invece di approfittare dei fondi in più per fare una vera riforma strutturale del sistema sanitario regionale, a partire dal riordino della rete ospedaliera, Zingaretti ha solo fatto operazioni propagandistiche che lasciano il tempo che trovano perché il livello dei servizi si è notevolmente abbassato.
Non solo, i pronto soccorso vanno in crisi abbastanza spesso perché vengono presi d’assalto per mancanza di drenaggio da parte delle strutture mediche del territorio e per mancanza di posti letto; per non parlare del dramma delle liste di attese che per alcune analisi delicate come le tac arrivano a sette, otto, dieci mesi. Molti pazienti del Lazio ormai vanno a fare queste analisi fuori Regione, tanto che la voce della mobilità sanitaria è negativa ed è aumentata in questi ultimi anni.
* Donato Robilotta, già Assessore agli Affari Istituzionali
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