Roma
Sempre incollati alla tv ma con lo smartphone in mano. La ricerca SocialTv
Lo studio dell'Osservatorio Social Tv. Parlano gli esperti e spiegano perché la "tradizionale" vince sempre
La tv che viene condivisa, la tv che chatta, la tv che tagga, la tv che crea community e gruppi di discussione su Twitter, la tv delle dirette Facebook. La tv dei fan e followers. Questi sono alcuni degli scenari argomentati e oggetti di discussione dei panel che da oltre tre anni sono portati avanti dalla ricerca dell’Osservatorio Social Tv. Si tratta di analisi e indagini sul consumo della tv e dei social network settando i cambiamenti sociali di fruitori completamente divisi da generazioni in rapidissimo mutamento.
L’indagine – condotta da Digilab Sapienza, in partnership con SWG – è il risultato di una esperienza di ricerca costruita e condivisa con i principali player televisivi (Rai, Mediaset, Sky, Fox Networks Group, Discovery Italia, Viacom International Media Networks, Effe Tv – Gruppo Feltrinelli) in un tavolo di lavoro propositivo, partecipato ed estremamente stimolante.
Si monitorano i rapidi e costanti cambiamenti del consumo televisivo, nel mercato televisivo e nelle pratiche dell’audience, per puntare diretti a cogliere i trend del futuro prossimo. I dati del 2016 raccontano di una Tv fluida, ubiqua, senza limiti di tempo, componibile e modulabile, avvolgente e appagante, pronta ad accompagnare le audience nella loro vita quotidiana.
“TV INTORNO” è il titolo della ricerca appunto perché rimanda ad esperienze di consumo espanse, in cui le audience, complici un’offerta sempre più ampia e facilmente accessibile e device sempre più trasparenti e addomesticati, soddisfano bisogni e riscoprono piaceri.
Ma cosa significa una tv ubiqua?
“Significa che con le attuali tecnologie si ha una pluralità di schermi che si succedono e si sostituiscono l’uno con l’altro, regalando un’esperienza televisiva ininterrotta e senza confini (dentro e fuori le mura domestiche) – Ci spiega la professoressa Romana Andò del coordinamento scientifico dell’Osservatorio Social TV - In questo modo non ci saranno limiti di tempo sia dal punto di vista dell’offerta che del consumo. In ogni momento è possibile vedere i contenuti preferiti.”
Superati i limiti del tempo, resta da fugare un dubbio: per quale motivo la tv diventerebbe appagante?
“Diventa appagante rispetto ai bisogni delle audience, con un’offerta sempre più attenta a dialogare con le tante, distinte passioni che motivano il consumatore – Chiarisce il professor Alberto Marinelli del Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale - Sarà così una tv capace di costruire narrazioni e creare eventi impossibili da mancare. Eventi vissuti, in maniera estesa, attraverso le conversazioni (e le condivisioni) sui social. Si è dinanzi ad una TV modulabile, componibile, fai da te con cui le audience costruiscono rituali di consumo fortemente personalizzati”.
Più in particolare, dalla ricerca di quest’anno, risulta che la Tv set (ossia la tv tradizionale) continua a farla da padrona mantenendo il primato tra gli schermi con cui consumare contenuti televisivi: per il 74% del campione il tv set viene usato sempre e spesso e per il 20% qualche volta. Il dato conferma una ritualità che non ha ceduto completamente il posto alle nuove modalità di fruizione, ma vi si affianca secondo una logica di complementarità più che di sostituzione. È interessante, in questo senso, la crescita di popolarità dello smartphone e del computer per la visione di programmi e parti di essi: in particolare lo smartphone viene ormai utilizzato con elevata frequenza da una parte considerevole degli intervistati, con percentuali che oscillano tra il 36 e il 39%.
Una tv che si lascia vivere come un viaggio, un inesauribile movimento di esperienze che entrano e escono dai confini del medium, degli schermi e dei singoli contenuti in una contaminazione reciproca e continua.
Un’Odissea intorno alla tv e una tv intorno alla quotidianità di ogni individuo/fruitore/consumatore.



