"Sgomberate la palestra popolare occupata". Le ruspe di Marino demoliscono lo Scup - Affaritaliani.it

Roma

"Sgomberate la palestra popolare occupata". Le ruspe di Marino demoliscono lo Scup

Non ha fatto in tempo a festeggiare il suo terzo compleanno lo Scup, lo spazio sociale occupato di via Nola: di primo mattino le forze dell’ordine si sono presentate davanti allo stabile occupato in zona San Giovanni non solo per sgombrarlo ma per renderlo completamente inagibile.
Due ruspe della proprietà, affiancate da numerosi blidati e automezzi di Polizia e Carabinieri, hanno cominciato ad abbattere muri e vetri trasformando quello che era una palestra popolare frequentatissima nel quartiere un mucchio di macerie. 

Vibranti le polemiche da parte dei centri sociali che nello stabile di via Nola avevano creato una palestra con corsi per bambini, adulti e anziani, un bar e un’osteria, una ludoteca, una web radio, una biblioteca, un’aula studio, una scuola popolare di musica. Inoltre nello spazio occupato ogni mese veniva ospitato un mercato mensile con incontri, seminari e iniziative aperte al quartiere e alla città. 

Lo sgombero era all’ordine del giorno del Comitato per l’ordine e la sicurezza della prefettura di Roma già da tempo: il 25 gennaio del 2013 il primo sgombero attuato dalle forze dell'ordine su richiesta del Demanio dopo che il ministero dei trasporti aveva venduto lo spazio abbandonato, una ex motorizzazione, a una piccola società.

Un'azione quella dell'amministrazione Marino che segna uno strappo ancora più forte con l'associazionismo rosso. Una ferita riaperta dopo il caso delle ex Fonderie Bastianelli di San Lorenzo, sgomberate con un'azione di forza da parte del Campidoglio che ha poi ricevuto un altolà ai lavori da parte del Tar. Il tribunale amministrativo ha infatti ha rifilato un altro sganassone alla giunta Marino, dicendo che quel permesso di costruire non è valido e che quindi si deve fermare il tutto. San Lorenzo ha un territorio fragilissimo, attraversato da più falde acquifere e con i lavori in corso con la demolizione della Bastianelli alcuni palazzi intorno hanno iniziato ad avere problemi statici fino ad allora sconosciuti. "L’amministrazione Comunale, avrebbe dovuto procedere ad una compiuta ed accurata disamina delle ricadute sul tessuto urbano esistente, riconnesse alla realizzazione dell’intervento, nel rispetto, tra l’altro, dell’interesse pubblico inerente il mantenimento e la conservazione dei caratteri di rilevanza storico – culturale della Città di Roma.” Una lezione d’urbanistica e non solo.