Roma
Sicurezza, un derby "immorale". Troppi 1700 uomini allo stadio. Gabrielli "Città scoperta"
"Per domenica dobbiamo avere in qualche modo un po’ paura? Io non sono serenissimo, purtroppo anche lo scorso derby che è stato fatto senza barriere e non c’era la questione di cui stiamo parlando, un derby in cui abbiamo impiegato 1.700 uomini e purtroppo ci sono stati due accoltellati, ci sono stati incidenti a Ponte Milvio, ci sono state cariche". Così il prefetto Franco Gabrielli ai microfoni di Radio Radio.
"Il tema dell’incolumità, di creare delle condizioni per ripristinare delle regole all’interno di un impianto sportivo, è solo per riportare il tifo del calcio allo stadio. Sembra quasi che ci siano delle persone che siano portatrici esclusive del tifo. Ma gli altri settore dello stadio, le persone che vanno a tifare la squadra sono tifosi di serie B? Sono persone che non hanno a cuore il destino della loro squadra? Oppure il tifo ha solo una connotazione geografica identitaria particolare?io credo che sia anche un’offesa alla stragrande maggioranza del tifo capitolino il fatto di dire 'noi siamo i depositari del tifo'. Io trovo immorale far impiegare 1.700 uomini per una partita di calcio quando ci sono intere aree della città che non vedono una volante neanche pagandola di tasca propria". Così, lo riferisce una nota, il prefetto Franco Gabrielli ai microfoni di Radio Radio durante la trasmissione "Radio Radio Mattino Sport & News".
"Tutto questo lo dobbiamo perché in questa città ci sono ancora manifestazioni di tifo violento, le pungicate, gli accoltellamenti che ormai non ci sono più in gran parte di Europa e ci sono a Roma. E allora cominciamo a invertire l’ordine dei fattori".
"Io ho detto: 'Guardate, dimostrateci nei fatto che il tifo è soltanto la partecipazione a un evento sportivo e io per primo sono disposto a rivedere determinate posizioni - ha aggiunto - Le barriere non le abbiamo costruite con il cemento armato, non le abbiamo costruite per essere inamovibili, le abbiamo messe perché chiaramente abbiamo fatto seguire dei provvedimenti a dei comportamenti. Dimostrateci che tutto questo è superfluo. I più grandi fautori della pace sono i militari perché alla fin fine in guerra ci vanno loro. Io ho tre figli che tra un po’ chiederanno di cambiare il cognome per le contumelie che si sentono sui social network. E tutte queste contumelie, e qui è il paradosso, nascono da un provvedimento che è volto a a garantire la sicurezza per le stesse persone che fanno del mio cognome l’obiettivo dei peggiori insulti'".