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Roma
Spallata ai pubblici ministeri: “Un mito”. Matone, "la Giustizia scricchiola"

L'Enciclopedia delle donne descrive Simonetta Matone con “sguardo attento e occhi scuri che sembrano voler penetrare dappertutto”. Paladina della lotta alla “giustizia lenta”, è uno tsunami che si scaglia contro il sistema italiano della Giustizia. “Mafia Capitale? Un flop clamoroso. Il processo Ruby? Costruito da una mente sofisticata per tentare di 'fottere' Silvio Berlusconi.

Il terremoto che non t'aspetti e lo tsunami che deve ancora arrivare, si scatena in un tiepido pomeriggio della primavera romana. E' in piazza di Pietra, nei locali di un'enoteca, che Socialcom organizza un convegno in teoria tranquillo: “Comunicare la giustizia al tempo dei social: il diritto all'informazione gogna mediatica”.

"Su Berlusconi, cose vergognose"

E qui Simonetta Matone, ora capogruppo della Lega al Comune di Roma, parla senza vincoli. Si parte col processo Ruby: “Berlusconi ha costituito lo snodo di una serie di vicende giudiziarie che sono emblematiche di un sistema che non funziona. Penso ad esempio alla consegna dell'avviso di garanzia a Napoli... Sono state fatte cose vergognose. Il processo Ruby è stato costruito da una mente sofisticata per tentare di 'fottere' il presidente del Consiglio. E' un processo inquietante, un vulnus nel sistema democratico".

Poi tocca a Mafia Capitale divenuta “Mondo di mezzo”: “Mafia Capitale è stato un flop clamoroso. Ha lasciato 'morti e feriti' ma di certo non è stato un successo".

Domanda del cronista: allora Buzzi e Carminati chi sono?

“Protagonisti di una vicenda di “banale corruzione”. Non sono vicende di mafia, per farlo occorre ben altro. E la Cassazione ha fatto piazza pulita e non lo dice Simonetta Matone ma la Suprema Corte. E' banale fermarsi a Mafia Capitale ma è un discorso che ha attraversato il nostro paese da Tangentopoli in poi. C'è una visione del Piemme che è errata, quella del giustiziere che ripara i guasti della società malata”.

Ma lei ha letto tutti gli atti dei processi? Che idea si è fatta?

“Ho letto i più importanti ma non mi vorrei fermare solo a Mafia Capitale ma vorrei aprire un discorso in generale che pervade il Paese. Quando sono entrata in magistratura, nel 1980 ero a metà graduatoria e avrei potuto avere una sede comoda come piemme. Non dico fosse disdicevole ma non era di nessun appeal per i candidati bravi. Nessuno dei primi in classifica sognava di andare a fare il pubblico ministero e il problema di fondo è questo: non c'era ancora la mitizzazione. Dopo il '92 nell'immaginario sono diventati i portatori di giustizia e questa è un'impostazione errata”.

"L'alleanza tra Procure e media ha prodotto disastri"

Nello sfogo c'è anche spazio per il rapporto tra Procure e media: “L'alleanza tra procure e stampa ha prodotto disastri inenarrabili. Queste operazioni continuano ancora oggi. Anche contro di me in campagna elettorale fu organizzata una operazione per colpirmi".

Quindi l'ex giudice punta il dito sulla riforma della Giustizia: “Vediamo... Per ora sta scontentando un sacco di persone ma la prima riforma deve essere quella del Csm per la quale personalmente sono aperta a tutte le soluzioni. Il tema centrale però è il governo delle Procure più importanti”.

Infine, un commento sul referendum sulla Giustizia ammesso dalla Corte Costituzionale e sul quale gli italiani saranno chiamati a votare: “E' stato un atto politico, indipendente dalla valutazione tecnica. Dal punto di vista del contenuto è del problema sentito dai cittadini e per questo ha avuto un'adesione plebiscitaria”.

La morte di Leonardo Lamma: "Attendo gli atti da Gualtieri"

C'è tempo anche per una stilettata al sindaco Gualtieri sull'incidente di Corso Francia, costato la vita al giovane Leonardo Lamma: “Finora non ho notizie di risposte al mia interrogazione sulla tragica morte di Leo e con altri capigruppo ho chiesto copie dei verbali delle pattuglie della Municipale intervenute sul posto. Mi auguro che arrivino entro poche ore”.

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