Stadio Roma, il giallo della malattia della Raggi e la crisi del Comune M5S
Il racconto della lunga notte in Campidoglio che ha cambiato il destino dell'impianto dell'As Roma
di Massimiliano Martinelli
Il misterioso malore della Raggi, l'incontro in Campidoglio e la nascita del “nuovo” Stadio della Roma firmato M5S. Il racconto della lunga genesi del progetto finito nell'occhio del ciclone.
Era il 24 febbraio 2017, Roma si sveglia con la notizia di un misterioso malore che ha colpito il sindaco Raggi, costretto ad un ricovero lampo al San Filippo Neri. Un crollo improvviso, forse uno svenimento dicono, liquidato in fretta e furia come semplice “stress”, frutto di poco riposo e troppo lavoro. Un giallo mai svelato nonché un biglietto da visita non eccezionale per il sindaco di Roma, che piomba sulla Raggi proprio nel giorno del summit decisivo sullo Stadio. Un progetto all'epoca fortemente in bilico dopo non poche frizioni all'interno della stessa giunta pentastellata, che a più riprese minacciava di strappare la delibera, ed i proponenti Eurnova e As Roma. L'attesa, ore di preoccupazione, poi l'annuncio nel pomeriggio: “Sto bene, all'incontro ci sarò”.
Incontro che slitta però nella tarda serata, quando in Campidoglio si presenta lo stato maggiore della Roma, il dg Baldissioni e il costruttore Luca Parnasi in primis, per ridiscutere il progetto approvato dalla giunta Marino. A ricucire i rapporti tra le parti e a tessere la trama del nuovo accordo proprio l'avvocato Luca Lanzalone, al fianco del sindaco Raggi in veste di consulente esterno. Lì, tra le segrete stanze del Campidoglio, si riscrive il destino dell'impianto di Tor di Valle, che già da anni tiene con il fiato sospeso i tifosi giallorossi e non solo. Dopo una breve attesa le parti escono con il sorriso e l'accordo in tasca: “Lo stadio si fa”. Raggi annuncia la sconfitta del “progetto monstre” firmato dalla precedente amministrazione, in favore di un “taglio delle cubature” e di un impianto moderno, sicuro e green. Prende così il via lo Stadio della Roma 2.0 targato M5S.
Oggi quello stesso progetto multimilionario che doveva risollevare la Capitale, e con essa riscattare l'operato dell'M5S, torna indietro come un boomerang, affossando forse definitivamente la credibilità stessa del governo pentastellato. L'amicizia scomoda con Luca Lanzalone, diventato nel frattempo numero uno di Acea, rischia poi di essere la pietra tombale della giunta Raggi dopo appena due anni. Il sogno Stadio naufraga sotto i colpi della Procura di Roma, chiamata ora a far luce su incontri, segreti e misteri, nati forse proprio in quelle 24 ore del 24 febbraio 2017.