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Roma
Tasse: maxi stangata per i romani, l'Irpef locale aumenta di 400 euro l'anno

Mentre i cittadini sonno assediati dall’aumento delle bollette del gas e della luce, per non parlare dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, nel silenzio più assoluto dall’inizio dell’anno a Roma e nel Lazio aumenta anche l’addizionale regionale Irpef. Ultimo regalo della giunta Zingaretti.

La Regione Lazio ha dovuto rimodulare gli scaglioni di reddito, che una norma nazionale voluta dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro, e nel farlo ha modificato le addizionali regionali Irpef. Ha mantenuto l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità), per il primo scaglione di reddito sino a 15 mila euro e per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila, oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, che è il massimo consentito dalla normativa nazionale.

Come sono cambiate le aliquote

Sino allo scorso anno l’aliquota massima era prevista solo per i redditi sopra i 75.000 euro, mentre per il primo scaglione sino a 15.00 euro l’addizionale era pari all’1,73%, per quello da 15.000 a 28.000 al 2,73%, da 28.000 a 55.000 del 2,93% e da 55.000 a 75.000 del 3,23%. Solo per l’anno di imposta 2022 la Regione applica l’aliquota base dell’1,73% ai redditi sino a 15 mila euro o a quelli sino a 50 mila ma con tre figli a carico o uno o più figli con handicap.

Mantenuto anche il 5 per mille che serviva per il commissariamento della Sanità

Dunque la giunta Zingaretti ha mantenuto la tassa sulla salute, aliquota del 5 per mille, che dopo la fine del commissariamento della sanità e l’azzeramento del disavanzo potrebbe essere cancellata o almeno abbassata. Una tassa iniqua, che pagano tutti i quasi 3 milioni di contribuenti laziali, compresi i ceti deboli e che cuba circa 900 milioni l’anno, cifra che la Regione usa per coprire altri servizi come il trasporto pubblico locale.

Nel 2013, appena insediata la giunta Zingaretti, nella prima manovra economica l’allora assessore al Bilancio Sartore fece approvare una norma che autorizzava la Regione ad accedere alle anticipazioni di cassa del Governo, pari a 10 miliardi di euro previsti dal dl 35, e invece di presentare come copertura un piano di risparmi e ristrutturazione economica fece approvare un aumento delle tasse che portò le aliquote dall’1,73, del 2013, sino al 3,33%, il massimo possibile. Basta confrontare i dati delle altre regioni per vedere che quelle del Lazio sono le addizionali Irpef più alte e che il cittadino laziale paga più di tutti. In particolare è un vero e proprio salasso per il ceto medio.

Punito il ceto medio

Prendiamo una famiglia con due figli e un reddito medio di 40 mila euro loro, prima dell’arrivo della giunta Zingaretti nel 2013 pagava una cifra complessiva pari a € 692 euro l’anno. Subito dopo nel periodo 2013-2021 è passata a pagare € 971,00 (+ 279 euro l’anno) e dal prossimo anno pagherà € 1.092,00 (+ 400 euro l’anno rispetto al 2013).

Se facciamo un raffronto con le altre Regioni vediamo che una famiglia residente nel Lazio, sempre con reddito lordo pari a 40 mila euro, a causa delle scelte scellerate della giunta pagherà più delle famiglie residenti in altre Regioni: + € 478 rispetto a identica famiglia residente in Lombardia, + € 64 rispetto alla Campania, + € 242,10 rispetto al Piemonte, + 483,60 rispetto alla Puglia, + € 600 rispetto alla Sardegna, Sicilia e Veneto, + € 398,00 rispetto all’Emilia-Romagna, + € 491,50 rispetto alla Toscana e + € 400,00 rispetto alla Calabria.

Quanto si paga nelle altre regioni d'Italia

E che le addizionali Irpef nel Lazio siano le più alti d’Italia lo dice anche il Ministero dell’economia e delle finanze che, non più tardi di qualche mese fa, nel presentare il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche – Irpef- per l’anno di imposta 2020 ha messo nero su bianco che su un ammontare complessivo dell’addizionale Irpef pari a 12 miliardi di euro la media regionale è pari a 420 euro. Il Valore più alto si registra ne Lazio con € 630 di media (+ € 220), quello più basso in Sardegna pari a € 270. Mentre l’addizionale comunale ammonta invece a 5 miliardi di euro con un importo medio pari a 2002 euro, che varia dal valore massimo di 260 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta. Come si vede il cittadino residente nel Lazio è tartassato sia in sede regionale che comunale. Questi sono i numeri che dicono che la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata dal palazzo di via Cristoforo Colombo. I 10 miliardi del prestito dello Stato per pagare i debiti con i fornitori sono finiti, il debito complessivo della Regione è aumentato arrivando a 30 miliardi di euro e la tassazione è al massimo.

La sorpresa: il prestito per il terremoto di Amatrice si pagherà nel 2023

Non solo ma il prossimo Presidente della Regione avrà molti problemi nel chiudere il bilancio di previsione del 2023 anche perché subito dopo il suo insediamento gli verrà recapitata l’ingiunzione di pagamento della rata di ammortamento di circa 250 milioni del prestito dallo Stato. Infatti l’ex assessore Sartore fu abile nel far inserire nel decreto sul terremoto di Amatrice una norma che rinviava al 2023, dopo le lezioni, il pagamento delle rate di ammortamento di oltre il 90 per cento dell’intero prestito.

Infine, il ruolo delle opposizioni. Al Consiglio regionale la manovra è passata nel silenzio assoluto:; o i consiglieri di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia non hanno letto le tabelle allegate, oppure non le hanno capite. In questo caso sarebbe ancora più grave.

Scarica e leggi le nuove tabelle dell'addizionale Irpef del Lazio

Scarica e leggi il confronto tra l'Irpef del Lazio e del resto d'Italia

 

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