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Roma
Tribunali fatiscenti, la proposta: “I fondi Pnrr per uscire dall'emergenza"

Molteplici e non risolti sono i problemi che affliggono la giustizia in Italia. Certamente l’abnorme durata dei processi, in palese violazione del principio sancito dall’art. 111 della Costituzione sulla ragionevole durata del processo.

Sotto questo profilo, la riforma Cartabia si propone di implementare l’efficienza dell’attività giudiziaria e di ridurre i tempi di durata dei processi: staremo a vedere cosa succederà anche se, in difetto di una riforma ordinamentale e del mancato ampliamento e/o copertura dell’organico dei giudici e del personale amministrativo, difficilmente potrà raggiungersi l’obiettivo, soltanto sulla base della riforma del processo penale.

"Spazi insufficienti e spesso pericolosi"

Ma ciò che influisce negativamente, e in modo significativo, sull’efficienza della giustizia, è anche l’insufficienza degli spazi e talvolta lo stato di vero e proprio degrado, nel quale versano le strutture dove viene esercitata l’attività giurisdizionale. E’ ben noto che i magistrati, il personale amministrativo e gli avvocati spesso sono costretti a svolgere le loro funzioni in ambienti non idonei, perché insufficienti come spazi e talvolta in condizioni di fatiscenza, tali da costituire un pericolo, non soltanto per gli operatori della giustizia ma anche per gli stessi cittadini che frequentano gli uffici giudiziari.

"A piazzale Clodio è crollato un controsoffitto"

Peraltro, recentemente si sono verificati fatti di estrema gravità, riportati anche dalla stampa nazionale. Limitandomi agli uffici giudiziari della Capitale, anche se il fenomeno riguarda altre sedi giudiziarie, mi riferisco al recente crollo di un controsoffitto in una stanza di una palazzina a piazzale Clodio, al principio di incendio verificatosi in altro locale, alla presenza di legionella nelle tubazioni.

Fatti che fortunatamente non hanno determinato gravi conseguenze per gli operatori della giustizia e per i cittadini. Tali eclatanti episodi rappresentano, però, soltanto la punta dell’iceberg di una situazione di degrado, nella quale sono costretti ad operare magistrati, personale amministrativo e avvocati. Più volte la magistratura e l’avvocatura congiuntamente hanno segnalato tale intollerabile situazione, chiedendo interventi urgenti e finalizzati ad ovviare al problema, ma invano.

E’ auspicabile ora che una parte dei fondi del P.N.R.R., messi a disposizione dall’Unione Europea, sia destinata e utilizzata correttamente per ovviare alla pregiudizievole situazione dell’edilizia giudiziaria, che si protrae da troppo tempo e che incide negativamente sul funzionamento della giustizia e anche sulla credibilità delle istituzioni.

Paolo Nesta, presidente Ordine Avvocati Roma

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