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Roma
Truffa mascherine, "gli indagati hanno nascosto i proventi della mediazione"

Sono stati accertati 1280 contatti telefonici tra il giornalista in aspettativa Mario Benotti e il Commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri. E c'è un perché. Gli accertamenti delle Guardia di Finanza riguardano gli affidamenti, per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro, effettuati dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 a favore di tre consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine di varie tipologia.

Affidamenti effettuati con l’intermediazione – non contrattualizzata dalla stessa struttura guidata da Arcuri – di alcune imprese italiane, cioè la Sunsky srl di Milano,la Partecipazioni spa, la Microproducts IT srl e la Guernica srl di Roma. A fronte di questa attività di intermediazione e dei connessi affidamenti, le società hanno percepito commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi risultati affidatari delle forniture dei richiamati dispositivi di protezione individuale (in particolare, mascherine chirurgiche, nonché del tipo FFP2 e FFP3). Soldi nascosti.

“Le indagini bancarie hanno accertato che gli indagati hanno già provveduto a distrarre ed occultare parte delle somme indebitamente percepite a titolo di commissioni mediante effettuazioni di pagamenti fittizi, prelievi personali, investimenti in beni e polizze assicurative”. Lo scrive il gip Paolo Andrea Taviano nel decreto di sequestro preventivo sollecitato dalla procura nell'ambito delle indagini sulla maxi commessa di mascherine provenienti dalla Cina. “Attesa la natura degli illeciti contestati, appaiono sussistere esigenze cautelari in ordine al concreto pericolo di perpetuazione ed aggravamento degli effetti dannosi del reato – evidenzia il giudice - in considerazione del fatto che il denaro costituente profitto del reato potrebbe essere facilmente occultato e/o distratto, rendendone difficoltoso se non addirittura impossibile il recupero”.

Il Commissario: "Sono parte lesa"

"Dalle ultime risultanze investigative che hanno determinato oggi il sequestro dei beni degli indagati nella cosiddetta 'inchiesta delle mascherine' risulta evidente che la struttura commissariale e il commissario Arcuri (estranei alle indagini) sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli indagati affinché questi ultimi ottenessero compensi non dovuti dalle aziende produttrici". Così in una nota l'ufficio stampa del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Arcuri. "La struttura commissariale e il commissario continueranno a fornire la più ampia collaborazione agli investigatori. Nella loro veste di parti offese hanno già richiesto ai loro legali di valutare la costituzione di parte civile in giudizio per ottenere il risarcimento del danno", conclude il comunicato.

Truffa delle mascherine, Arcuri nei guai. "1280 chiamate tra lui e Benotti"

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