Truffe col camper, Poste incassa assegno falso e brucia i risparmi di una vita - Affaritaliani.it

Roma

Truffe col camper, Poste incassa assegno falso e brucia i risparmi di una vita

La storia: “Ho spedito la venditore la ricevuta del circolare e l'ha incassato”

L'ultima truffa viaggia in camper, il sogno di tanti italiani per le vacanze e per molti anche una soluzione alternativa ad una casa. Solo che una volta scelto tra le migliaia di offerte, presi accordi con il venditore e spedita la foto della ricevuta di emissione dell'assegno circolare a garanzia della serietà delle intenzioni, il venditore incassa la cifra con un titolo falso e addio soldi. E Poste Spa che aveva emesso l'assegno si rifiuta di rimborsare il titolo falso regolarmente pagato. E non sarebbe un caso isolato ma una banda ben organizzata che agisce in tutta Italia.


E' la storia di Chiara P, 32 anni che ha deciso di impegnare tutti i suoi risparmi per acquistare un camper e così si mette alla ricerca della migliore offerta sui siti specializzati nell'usato. Trova il mezzo giusto e contatta il venditore al nord Italia, precisamente a Bergamo e inizia la trattativa con tale Edoardo S. Scambio di telefonini, messaggi di conferma e la certezza che in cambio della foto della ricevuta dell'assegno, avrebbe consegnato il mezzo direttamente sotto casa di Chiara.

Tutto semplice o quasi, al prezzo di 26 mila euro, sino a quando Chiara non spedisce la foto dell'assegno emesso dalle Poste e si mette in attesa. Da Bergamo arriva però il contrordine: la signora Nadia R, moglie di Edoardo comunica l'intenzione di recedere dalla trattativa e la signora Chiara torna all'Ufficio Postale per chiedere il riaccredito del circolare sul proprio conto corrente. Sorpresa: l'impiegata delle Poste cade dalle nuvole e anche se la donna ha l'assegno in originale tra le dita le spiega che lo stesso assegno era stato “estinto” presso l'Ufficio Postale di Caravaggio, in provincia di Bergamo.

Alla signora Chiara P. non resta altro che presentare denuncia presso i carabinieri e chiedere soccorso a un legale, l'avvocato Giuseppe Lattanzio del Foro di Rieti, il quale intima alle Poste di riaccreditare immediatamente la somma pena l'azione legale.
La replica di Poste Italiane Patrimonio BancoPosta è di poche righe: “In risposta alla sua lettera, si conferma che le indagini interne esperite in relazione al titolo in oggetto non hanno evidenziato responsabilità a carico di questa società”. Il commento dell'avvocato Lattanzio è al vetriolo: “Poste ha pagato per un assegno chiaramente falso, l'originale è in nostro possesso e ora dovranno spiegare in Tribunale le loro indagini interne. E' abbastanza insolito che un Ufficio Postale non sia in grado di verificare l'autenticità di un assegno. Per quanto ci riguarda andremo sino in fondo ma ciò che lascia stupiti è la risposta: “le indagini interne”... Fanta indagini, inoltre abbiamo chiesto un arbitrato giudiziario perché Poste ci mostri l'assegno che hanno pagato, ma pare che lo abbiano smarrito. Decisamente una vicenda imbarazzante”.