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Roma
Ucraina: romani in coda per spedire cibo e medicine, anche scadute

di Francesca Barbato

Romani in fila fuori dalla Chiesa di Santa Sofia dove è in corso una raccolta di generi alimentari, medicine e beni di prima necessità da spedire in Ucraina. La parrocchia, che si trova in zona Boccea, da ieri pomeriggio riceve fiumi di persone che stanno consegnando a Padre Marco Semehen, rettore della Chiesa, pacchi contenenti medicine, traverse, salviette, sacchi a pelo e beni alimentari vari. L'appello disperato di una connazionale: "In Ucraina servono anche medicine scadute".

La Chiesa ucraina di Roma, dall'inizio della crisi, sta aiutando i fedeli connazionali in accordo con la Caritas e le ambasciate dei due paesi raccogliendo beni di prima necessità da inviare nel paese colpito dall'invasione Russa. Nella giornata di domenica la comunicazione della raccolta ha iniziato a rimbalzare di social in social, venendo condivisa sui gruppi what's app. Molti ucraini, in contatto con connazionali che attualmente si trovano nel loro paese, raccontano di appelli disperati e della ricerca di un qualsiasi tipo di aiuto. Per questo vanno bene anche alimenti o medicine vicino al termine di scadenza.

Dai medicinali (anche scaduti) ai piumoni: l'aiuto disperato

Nel testo circolato sui social c'è scritto: "Attenzione Roma. La Chiesa ucraina di Santa Sofia a Boccea sta raccogliendo beni di prima necessità da mandare in Ucraina. Grazie a chi vorrà contribuire. Ecco la lista: pasta, olio di oliva e di girasole, riso, caffè, tea, fette biscottate, Nutella, merendine, tonno, barattoli di conserve, formaggi sottovuoto, medicine, Oki task, Aspirina, Tachipirina, Ibuprofene, bende, siringhe, siringhe per coagulazione del sangue, bende elastiche, pannolini, tele antigelo, antidolorifici, antinfiammatori, insulina (lunga durata) metformina e vitamine".

Data la gravità della situazione molti ucraini chiedono anche medicinali vicini al termine di scadenza da inviare a familiari o amici sotto attacco. Non solo medicine, ma anche piumoni, sacchi a pelo, torce di qualsiasi tipo, pile, passando per i pannlononi e altri prodotti per l'igiene personale.

Raccolta organizzata dalla Chiesa con la Caritas Ucraina

Pronta la risposta dei cittadini che hanno riempito macchine di sacchi e buste da consegnare in parrocchia sotto la supervisione di Padre Marco Semehen, rettore ed organizzatore della raccolta. Quest'ultimo ha spiegato che "già sono arrivati quattro camion dalla Caritas Ucraina. Stiamo portando avanti la raccolta in collaborazione con le ambasciate (rispettivamente quella ucraina presso la Santa Sede e quella italiana)".

La basilica si è trasformata in un magazzino di raccolta di buste e pacchi alimentari. I beni spediti tramite camion e pulman autorizzati raggiungeranno il territorio ucraino e data la rete di collaborazione sociale e internazionale, Padre Semehen afferma che non ci saranno problemi.

La preghiera per la pace

La parrocchia di Santa Sofia si trova in via Boccea 478 ed è la parrocchia di riferimento per gli ucraini presenti nella capitale. Giovedì 24 febbraio, a poche ore dall'invasione della Russia, presso la basilica la popolazione ucraina si era raccolta nella parrocchia in una preghiera per la pace.

Raccolta presso i circoli del Pd

Intanto il Partito Democratico del Lazio lancia una raccolta di beni alimentari anche presso i circoli del partito. In una nota: "Il conflitto in Ucraina ci tocca da vicino. L'attacco di Putin è un attacco a tutti noi. Nei prossimi giorni i circoli del Partito Democratico del Lazio raccoglieranno cibo, coperte e beni di necessità per il popolo ucraino. Facciamo tutti la nostra parte''.

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