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Roma
Virus: soldi per tutti, famiglie dimenticate: “Decidono sindacati e imprese”

di Fabio Carosi

Coronavirus, le famiglie alzano la voce contro i provvedimenti del Governo, “frutto di trattativa tra sindacati e governo e perciò orientati per categorie di lavoratori. Nulla per le famiglie, per chi è costretto a rimanere in casa e non solo fare da baby sitter ma anche assicurare lo studio e il proprio lavoro”.

A sfidare il Governo, spedendo centinaia di mail ai politici e il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gianluigi De Palo, 5 figli da crescere che, lungi da voler aprire una polemica in questo momento afferma che “la vera spina dorsale di questo Paese sono le famiglie”. Così il bombardamento di messaggi al Governo, “al quale sto cercando di far capire che un conto è il bonus baby sitter quando le imprese e le aziende erano aperte. Oggi il bonus baby sitter è anacronistico rispetto al tempo che stiamo vivendo. Tu pensi che una baby sitter va a casa di una persona? Perché deve rischiare? Sono misure che non tengono conto di una cosa e cioè che la famiglia sta portando sulle spalle questa crisi e invece le vengono calcolato la tipologia del lavoratore, dipendenti, partita Iva. Non ci sono misure per le famiglie ma per i contratti”.

Secondo lei questa impostazione è frutto della trattativa solitaria tra Governo, sindacati e imprese?

“Sì, il tema è che come come al solito deleghiamo ai sindacati e imprese e allora siamo tutti d'accordo. Poi mi domando: che sta facendo Trump? Negli Usa danno soldi in tasca alle famiglie e non alle imprese o alla tipologia del lavoro. Era quello che chiedevamo con l'assegno unico”.

L'impostazione è comprensibile ma come si fa se una persona è single?

“Se ha 30 mila euro di reddito vive una vita più dignitosa di una famiglia che ha 40 mila euro di reddito. E' come per le tasse: marito e moglie con 50 mila euro di reddito vivono meglio di una famiglia che ha 60 mila euro di reddito e sono in 6. Io ho pagato il nido, la retta scolastica, la mensa, il trasporto, sono libero professionita: che facciamo? E non possiamo fare affidamento sui nonni. Negli altri Paesi danno soldi alle famiglie, senza Irpef, Clik day altre diavolerie. In Germania danno 2400 euro a famiglia + 500 euro a bambino, noi non ce la faremo mai ma la logica deve essere quella. Mi rendo conto che la situazione è complicata e che le scelte sono complicate. Le mie sono proposte e parlo in base alle centinaia di mail che ricevo ogni giorno. Se non sei un lavoratore dipendente e il tuo lavoro è secondario e hai in casa due figli, diventa complicato. Se non vai lavorare, non arrivi alla fine del mese. Gli affitti non sono bloccati, le bollette telefoniche non sono bloccate... i figli mangiano e li facciamo studiare. Quello che vogliamo è semplificazione: si fa la fila on line per il voucher, poi il bonus partite iva”.

Le sue richieste?

“Crediamo che un buon punto di partenza sarebbe quello di trasformare i voucher in soldi veri, mettendo almeno 600 euro al mese, fino al termine dell’emergenza, direttamente nelle tasche di tutte le famiglie, cifra da far crescere in base al numero dei figli. È quanto stanno prevedendo tutti i Paesi colpiti dalla pandemia per far fronte ai bisogni imposti ai nuclei familiari in un periodo tanto difficile”.

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