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Roma
“Zingaretti è un bugiardo”: l'ex M5S Grancio smaschera il presidente Pd

Notte dei lunghi coltelli in Regione Lazio, approvato alle 6 di mattina il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale. Ma l'ex M5S Cristina Grancio smaschera il bluff di Zingaretti: “Nessuna salvaguardia per il centro storico di Roma”. Ed il Mibac pronto ad impugnare il Ptpr.

 

La nuova legge “anti scempio” approvata alla Pisana, che definisce per tutta la Regione le aree sottoposte a vincoli e tutele storiche e paesaggistiche, è il simbolo di come Zingaretti stia bluffando. A smascherare il segretario nazionale del Pd questa volta è stata Cristina Grancio, la consigliera ex M5S capogruppo del Misto in Assemblea capitolina.

Una volta studiato l'intero dossier approvato venerdì mattina all'alba, la Grancio ha fatto crollare il muro che Zingaretti si era costruito dietro a 206 pagine di approfondimenti tecnici fatti uscire dal cilindro del Consiglio regionale in piena notte. “Non è evidentemente bastato – scrive Grancio in una nota – il clamoroso episodio di Caracalla per convincere il Consiglio regionale del Lazio ad adottare un’efficace normativa di salvaguardia per il centro storico più importante al mondo. Ora non resta che attendere il prossimo scempio, visto che le disposizioni votate non estendono il vincolo paesaggistico all’intero tessuto edilizio storico della Capitale e lasciano la porta spalancata ai grandi interessi edilizi e commerciali che gravano sul centro di Roma”.

In pratica Zingaretti non ha inserito all'interno del Ptpr un vincolo tale da impedire che in futuro casi come il McDonald's a Caracalla possano riproporsi.

“Zingaretti – conclude Grancio – dichiara il suo orientamento ambientalista, i fatti lo contraddicono”.

Nel frattempo il Mibac potrebbe impugnare il Piano territoriale paesistico regionale. Il 30 luglio infatti, il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli aveva scritto una lettera al presidente Zingaretti nella quale esprimeva l'auspicio che il Ptpr non venisse approvato dal Consiglio regionale "unilateralmente" facendo riferimento alle "valutazioni negative espresse dalle competenti Soprintendenze in merito a ben 445 situazioni critiche individuate sul territorio".

"Auspico - aveva scritto il ministro Bonisoli - che voglia attentamente considerare quanto fin qui rappresentato e aprire una fase di riflessione e confronto con questo Ministero, in uno spirito di collaborazione che consenta di pervenire finalmente all'approvazione di uno strumento condiviso ed efficace per la salvaguardia e la valorizzazione dello straordinario patrimonio paesaggistico del Lazio". Ma così non è stato.

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