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Juve Stabia, amministrazione controllata per presunte infiltrazioni mafiose - Figc chiederà gli atti, partite a rischio rinvio - Le parole di Gratteri
Camorra: sequestrata la Juve Stabia, provvedimento per il codice Antimafia

Juve Stabia, amministrazione controllata per presunte infiltrazioni mafiose - Le parole di Gratteri
"La camorra gestiva tutto: lo spostamento della squadra, la vendita di bibite, biglietti, il controllo della sicurezza nello stadio. Era un pacchetto a 360 gradi: i calciatori dovevano solo giocare, al resto pensava la camorra", ha spiegato il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, in merito al provvedimento di amministrazione controllata per la Juve Stabia.
Juve Stabia, Figc chiederà gli atti. Partite a rischio rinvio
Il procuratore federale della Figc Giuseppe Chinè chiederà gli atti alla Procura di Napoli dopo l'esecuzione del decreto applicativo della misura di prevenzione a carico della società calcistica Juve Stabia, finita in amministrazione controllata per presunte infiltrazioni mafiose. Lo apprende LaPresse. La squadra domenica prossima giocherà a Padova, mentre nel turno infrasettimanale di mercoledì 29 ottobre al Menti dovrebbe essere di scena il Bari. Ma l'ipotesi di un rinvio delle partite è stata formulata da Gratteri e dal prefetto di Napoli, Michele di Bari.
Camorra: sequestrata la Juve Stabia, provvedimento per il codice Antimafia
La polizia a Napoli su delega della privata ha eseguito un decreto applicativi di prevenzione ex articolo 34 del Codice antimafia a carico della società calcistica Juve Stabia. Il provvedimento prevede l'amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche, applicata quando esistono indizi sufficienti a ritenere che un'attività sia controllata dalla mafia o possa agevolarla. Alle 11 in procura a Napoli il procuratore della Repubblica, il procuratore nazionale antimafia e il questore di Napoli incontreranno la stampa per spiegare nel dettaglio l'operazione.
Il decreto applicativo della misura di prevenzione dell'amministrazione giudiziaria è stato emesso dal Tribunale di Napoli - Sezione Misure di Prevenzione il 13 ottobre scorso e riguarda la SS. Juve Stabia Srl, con sede legale a Castellammare di Stabia. Il provvedimento è stato adottato su proposta congiunta del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del procuratore di Napoli e del questore di Napoli, dopo un'articolata attività investigativa e di analisi patrimoniale che ha consentito di accertare un sistema di condizionamento mafioso dell'attività economica della società calcistica da parte del clan D'Alessandro, egemone nel territorio stabiese.
Le indagini, basate anche su dichiarazioni di collaboratori di giustizia e sulle registrazioni di alcuni colloqui in carcere di detenuti in regime di 41-bis, tra l'altro anche del clan Cesarano, hanno riscontrato come la gestione di numerosi servizi connessi allo svolgimento delle competizioni sportive della squadra sia stata, nel tempo, affidata a imprese e persone con profili di contiguità al clan D'Alessandro e nei settori strategici della sicurezza, del ticketing, della bouvette, delle pulizie e del servizi sanitari, nonché, fino al 2024, del trasporto della prima squadra.
Per gli inquirenti, un oggettivo sistema di condizionamento mafioso dell'attività economica della società. La compagine calcistica, nel suo attuale assetto societario e proprietario, è subentrata in relazioni economiche di antica data, che sin dall'origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento di presenze e interessi mafiosi e rispettoalle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione. È quanto emerso, per esempio, nel nevralgico settore della gestione della sicurezza e dello stewarding, dove l'assenza di rigorosi strumenti di verifica e garanzia delle società cui è affidato il servizio, ha condizionato la gestione, anche sotto il profilo dell'ordine pubblico, degli eventi sportivi.
Per esempio, in occasione della partita Juve Stabia - Bari dello scorso 9 febbraio, personale del Commissariato di Castellammare di Stabia ha verificato che ai tornelli di accesso alla Curva San Marco dello Stadio Menti, riservato ai tifosi locali, era presente con ruolo attivo al filtraggio, accanto al personale steward, un esponente del tifo organizzato già colpito da daspo. Per il servizio di ticketing, le indagini hanno portato alla luce una prassi diffusa attraverso punti vendita 'compromessi' di rilascio di biglietti con dati anagrafici alterati per consentire l'accesso allo stadio di soggetti pregiudicati e colpiti da daspo, molti dei quali contigui al clan D'Alessandro. La cosca si era infiltrata anche nella tifoseria organizzata, come evidenzia il corposo lavoro di analisi delle presenze certificate allo stadio, nonché dai numerosi provvedimenti di divieto di accesso allo stadio, anche fuori contesto, emessi nel corso della stagione calcistica trascorsa. In tale periodo sono stati emessi 22 divieti di accesso fuori dal contesto di episodi violenti in occasione di gare calcistiche per altrettanti pregiudicati appartenenti o contigui al clan, alcuni con ruoli di promozione del tifo organizzato, mentre 16 divieti in occasione di episodi violenti durante le partite.
La saldatura tra gli esponenti del tifo organizzato, già appartenenti o contigui a compagini criminali locali, e la comunità stabiese si è manifestata secondo tipiche modalità di condizionamento mafioso,nell'evento organizzato dal comune di Castellammare di Stabia lo scorso 29 maggio, per celebrare la conclusione dell'ottima stagione calcistica della squadra. Circostanza nella quale i rappresentanti dei tre gruppi ultras della tifoseria, alcuni colpiti da daspo e con profili di contiguità criminale, erano sul palco con vertici della società di calcio, autorità civili e istituzioni pubbliche. Non da ultimo, presentano significativi indici di condizionamento, dicono gli inquirenti, le scelte operate dalla società calcistica sui responsabili del settore tecnico giovanile, uno dei quali già destinatario di provvedimenti della giustizia sportiva, che attestano radicate e consolidate relazioni con ilclan.