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Affari Europei
Trasporti, turismo e ambiente: al via la Macroregione alpina

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Il 2016 ha visto la nascita della Macroregione alpina (Eusalp), un'area di collaborazione tra Paesi che condividono il territorio delle Alpi. Ne fanno parte l'Italia (con otto regioni: Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Valle d'Aosta, Veneto, Piemonte e le provincie autonome di Bolzano e Trento), la Francia, l'Austria, la Germania e la Slovenia. Tutti Paesi Ue, a cui si aggiunge anche la Svizzera e il Liechtenstein .

La nascita della Macroregione é stata sancita a Brdo, in Slovenia, durante una conferenza che ha coinvolto i rappresentanti degli Stati coinvolti, i membri delle Istituzioni europee e degli stakeholder interessati dal progetto.

Ma a cosa serve la Macroregione alpina. Prima di tutto bisogna dire che, almeno sulla carta, non si tratta dell'ennesimo carrozzone burocratico fatto per sfornare poltrone. Gli Stati che ne fanno parte collaboreranno su diversi settori, ma nessun fondo pubblico aggiuntivo sarà stanziato.

L'obiettivo é 'fare sistema', collaborare per sfruttare al meglio i fondi messi a disposizione da Bruxelles e attirare quelli privati. Le aree di competenza sono varie. I trasporti prima di tutto, ma anche l'ambiente, il turismo, l'istruzione, l'energia.

Le Alpi sono un confine naturale e le vie di comunicazione devono essere rinnovate e potenziate per favorire lo spostamento di persone e beni. Attualmente ci sono diversi 'corridoi' che collegano i vari Stati. Nuove infrastrutture sono però necessarie. Parte la Svizzera, che a giugno dovrebbe inaugurare il Tunnel di Base, un'opera lunga 57 chilometri che collegherà Genova con Rotterdam (e che é stata pagata in toto dai cittadini elvetici.

“Stiamo lavorando per trovare investitori privati, anche nell'ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici”, ha spiegato ad Affaritaliani.it Violeta Bulc, la commissaria europea ai Trasporti. “Sul tavolo ci sono 24 miliardi di fondi Ue, più quelli che arriveranno con l'Efsi”.

Per capire di quali cifre si sta parlando bisogna fare un passo indietro. La Commissione europea ha messo sul piatto per il periodo 2014-2020 24 miliardi per le infrastrutture che potranno essere utilizzati per potenziare, innovare e rendere sostenibili le infrastrutture di collegamento, su gomma o su ferro. Il presidente Juncker ha poi voluto creare un Fondo speciale per gli investimenti. Ventuno miliardi del bilancio europeo che dovrebbero attrarre ben 315 miliardi di fondi privati.

Il problema, rilevato da molti analisti, é che agli investitori interessano poco investimenti che hanno un ritorno sul capitale che si calcola in anni, molti anni. “Su questo punto ci stiamo muovendo”, spiega ad Affaritaliani.it la commissaria Bulc. “Questa problematica esiste, ma la massa di soldi non investiti in Europa é enorme, 5-6 trilioni di euro. Ci sono investitori interessati a finanziare alcuni progetti anche su un arco temporale di 40 anni”. Secondo i calcoli della Commissione servirebbero 500 miliardi di euro per sbloccare tutte le infrastrutture di cui la regione alpina ha bisogno.

A rappresentare l'Italia a Brdo, in Slovenia, c'era Benedetto Della Vedova. “Le Alpi sono il cuore dell'Europa”, ha detto il sottosegretario agli Esteri. “Le priorità sono la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la sostenibilità ambientale”. Secondo Della Vedova uno degli elementi cruciali sarà il turismo che oggi impiega il 15% della forza lavoro e che potrebbe crescere con politiche adeguate.

A sottolineare il ruolo esclusivamente di coordinamento della Commissione europea ci ha pensato la commissaria alle Politiche regionali Corina Cretu: “Questa non é una strategia della Commissione, siamo lieti di cooperare e di affiancarvi in questo progetto, ma spetta a voi Stati appropriarvi della strategia e cooperare per il bene comune”.

Qualche esempio per capire cosa si intende per cooperazione: se il tessuto economico alpino richiede certe professionalità, le università dell'area dovrebbero prevedere corsi di studio ad hoc. E ancora: se una regione produce energia idroelettrica, dovrebbero essere presenti elettrodotti 'intelligenti' per distribuirla. E visto che il cicloturismo é ormai di moda, perché non prevedere percorsi transfrontalieri, che fruttino le bellezze che le Alpi offrono?

Tags:
macroregione alpinaeuropaitalia





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