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Cronache
Diserbante glifosato, non solo birra. Tracce in molti altri alimenti

Non solo le birre tedesche. Il diserbante glifosato è stato trovato in molti altri alimenti. Dal cavolfiore alle lenticchie, dai porri ai fichi, dai pompelmi alle patate, dal frumento all'avena. Ecco tutti i cibi a rischio.

Come spiega il Corriere della Sera, l’autorizzazione per l’uso di questo erbicida nell’Unione Europea è scaduta il 31 dicembre scorso e tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima la Commissione europea dovrà decidere se proporne il rinnovo per altri 15 anni. La proposta sarà votata dalla commissione permanente del Paff (comitato per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi) e secondo indiscrezioni tutti gli Stati membri, ad eccezione della Svezia, sarebbero a favore. In Italia però 32 associazioni dal Fai, al Wwf a Legambiente, a Greenpeace, a Italia Nostra, hanno firmato un appello che chiede di bandirlo totalmente e di «rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere le aziende che ne fanno uso da qualsiasi premio nell’ambito dei Programmi regionali per lo sviluppo rurale (Psr)».

Solo pochi giorni fa era stata diffusa la notizia secondo la quale diversi marchi di birre tedesche contengono il diserbante glifosato. Lo rivela un'analisi dell'Istituto per l'ambiente di Monaco. Il test ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania: Beck's, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever.

I livelli registrati oscillano fra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro, nei casi più estremi quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, che è il limite consentito dalla legge per l'acqua potabile. Non esiste un limite per la birra. Contrastato è il giudizio degli esperti sulla pericolosità del pesticida per la salute dell'uomo. L'organismo internazionale Iarc (International Agency for Research on Cancer) lo ha classificato come "probabile cancerogeno per l'uomo" nel marzo 2015. Sophia Guttenberger, dell'istituto di Monaco che ha compiuto la ricerca, ha detto che "una sostanza, che potrebbe essere cancerogena, non perde nulla né nella birra né nel corpo umano". Ma per l'Istituto federale per la valutazione del rischio (Bfr) residui di glifosato nella birra sono "dal punto di vista scientifico plausibili", dal momento che l'erbicida è autorizzato come diserbante.

"Un adulto dovrebbe bere intorno ai mille litri di birra al giorno per assumere una quantità di glifosato preoccupante per la salute", ha fatto sapere il Bfr in una nota. Secondo l'Unione dei birrai tedeschi lo studio "non è credibile" e l'accusa che i birrai non controllino sufficientemente le loro materie prime è "assurda e completamente infondata". I birrai sottolineano l'esistenza di un proprio sistema di controllo per il malto d'orzo: "Il nostro monitoraggio indica che i valori misurati sono sempre chiaramente al di sotto dei limiti massimi, e in nessun momento sono stati riscontrati superamenti dei limiti massimi permessi per i residui di glifosato". L'Unione dei coltivatori tedeschi (Dbv) ritiene invece che la colpa della presenza del glifosato possa venire dall'importazione di malto d'orzo.

"In Germania abbiamo la più ferrea regolamentazione per la tutela delle piante", ha detto un portavoce dell'associazione a Berlino. È invece plausibile che tracce di glifosato siano finite nella catena di produzione con l'importazione di malto d'orzo, ha aggiunto. Secondo l'Unione dei birrai tedeschi, lo studio che ha rilevato presenza di glifosato è "non credibile". In una dichiarazione diffusa oggi, l'unione definisce "assurda e completamente infondata" l'accusa che i birrai non controllino sufficientemente le loro materie prime, e sottolinea l'esistenza di un proprio sistema di controllo per il malto d'orzo: "Il nostro monitoraggio indica che i valori misurati sono sempre chiaramente al di sotto dei limiti massimi, e in nessun momento sono stati riscontrati superamenti dei limiti massimi permessi per i residui di glifosato", conclude la dichiarazione.

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