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Milano
Pd Milano, inizia il congresso. Skenderi: "Sconti ai circoli". Intervista
Davide Skenderi

di Fabio Massa

Davide Skenderi è in campo. Corre per la segreteria provinciale del Partito Democratico e sta raccogliendo le firme, come - pare - abbia cominciato a fare anche Silvia Roggiani. Per ora però ufficialmente è lui l'unico candidato segretario per i Dem. Nato a Gorla, 24 anni, studente di giurisprudenza e soprattutto segretario dei Giovani Democratici, ha deciso di rompere gli indugi prima di tutti.

Una candidatura che non era preventivata e che non era scontata.
No, non era scontata. E' venuta fuori dopo una riflessione nelle ultime settimane con i ragazzi che mi sostengono. Abbiamo deciso di farlo perché abbiamo visto il Partito Democratico in estrema difficoltà e soprattutto impantanato. Dal 4 marzo non si è mosso praticamente nulla. Secondo noi bisognava dare un segnale forte a partire dai giovani. Spesso i ragazzi pensano alle carriere politiche fin da quando entrano nel Pd e non pensano che nel Pd la struttura sta cadendo. Quindi c'è da pensare meno alle carriere personali e di più all'urto che deve sostenere il più grande partito d'opposizione in questo Paese.

Questa è una candidatura contro le correnti? O è una candidatura che si pone all'interno di quelle logiche?
E' una candidatura per unire fuori dagli schemi. L'ho detto a tutte le persone che hanno guardato con curiosità a questa candidatura: la maniera di unire c'è ed è uscire dalle logiche dei pacchetti delle correnti. Intendiamoci: le correnti vanno benissimo quando sono luoghi di discussione e di aggregazione politica e vanno meno bene se servono solo a farsi la conta al congresso. Per cui usciamo da quella logica e pensiamo a un candidato che possa portare un briciolo di novità al partito. E quindi mi sono messo in campo.

La sua candidatura è stata vista con curiosità o con benevolenza?
Certamente di curiosità ce ne è stata molta. Da molti con benevolenza. Da altri è stata vista con irritazione perché comunque mi vedono come il ragazzino che esce fuori e rovina lo schema. In realtà lo schema era si era già bloccato e il mio intento non è di rovinare i piani di nessuno, ma di lanciare una proposta che dia un briciolo di credibilità a un congresso nel quale non so come gli elettori e gli iscritti potranno essere coinvolti perché siamo al 23 ottobre e non sono ancora uscite le candidature...

Parliamo di contenuti: tre cose che farà se sarà scelto come segretario. Primo.
Riforma organizzativa interna. La segreteria deve essere non scelta con il solito manualino nel quale si dà il posto alle correnti ma premiamo le persone che realmente vogliono fare. Io proporrò una segreteria fatta dai rappresentanti del territorio, i coordinatori di zona. Così evitiamo che si inizi a fare il mercato delle vacche il giorno dopo il voto...

Secondo?
Aiuto ai circoli. Voglio lanciare una proposta netta: lo sgravio dei due terzi dei costi della tessera. Non è possibile che un circolo, magari in una zona periferica di Milano, dove magari siamo anche all'opposizione, debba pagare quanto paga un circolo al centro di Milano.

Terzo.
Istituire una sorta di forum degli amministratori. Non c'è collegamento tra i livelli istituzionali. Dobbiamo far scambiare le buone pratiche e dobbiamo quindi istituzionalizzare al suo interno un appuntamento con sindaci, capigruppo, vicesindaci, assessori.

Diamo un giudizio sull'uscente segretario Pietro Bussolati.
Il Pd di Milano ha il merito di aver lavorato molto meglio del resto d'Italia. Ha contribuito a tenere in piedi l'amministrazione della città, a vincere il capoluogo. Ma secondo me ha avuto due grandi difetti: è stato troppo milanocentrico e di aver rinnovato poco la struttura. Alla fine abbiamo una direzione di quasi 200 persone e circoli che non ce la fanno. Abbiamo i problemi che mi aspetto che una segreteria più forte e più innovativa può risolvere.

A livello regionale ci sono due candidature: Peluffo e Comincini. Chi voterà?
Non lo so. Non sono stato molto coinvolto sulle questioni regionali: sono uscite le candidature all'ultimo secondo. Io proporrò un confronto con entrambi i candidati alla segreteria regionale.

A livello metropolitano si parla di lei, ma anche di altri. Lei vuole essere una candidatura unitaria o da outsider?
Io ho chiesto più volte di essere candidato come candidatura unitaria. La mia intenzione non è quella di andare allo scontro ma di mettermi a disposizione. Tutto ha bisogno il Pd meno delle guerre. All'interno della federazione chiedo ufficialmente attraverso questa intervista che il mio nome sia considerata un'opzione unitaria. Anche perché mi sono sempre posto in modo collaborativo con tutte le anime e tutte le correnti.

Chiudiamo con il nazionale: Zingaretti o Minniti?
Minniti non è ancora uscito, quindi non posso prenderlo in considerazione. Secondo me il congresso nazionale è di transizione: nessuno di questi due nomi rilancerà il Partito Democratico. La fase di rilancio secondo me ripartirà da nomi diversi da questi due. Per ora mi sembra sul nazionale il movimento è più di correnti che di rielaborazione dei concetti e del futuro di questo partito.

fabio.massa@affaritaliani.it

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