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Milano
Veleni sotto le case di Lorenteggio. M5S: "Situazione difficile"
Lorenteggio

di Fabio Massa

Il Lorenteggio è inquinato. E va bonificato. La falda contiene tetracloroetilene. E pure questo è oggetto di grande preoccupazione. A rivelarlo - dopo le anticipazioni dei giorni scorsi - è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco, che ha chiesto alla Regione il report completo delle zone da bonificare e bonificate. In Giambellino c'erano Cadmio, Cromo, Piombo, Rame, Zinco. In via Inganni idrocarburi pesanti e leggeri. Ma sono stati tutti bonificati. In Lorenteggio, invece, la situazione è ben diversa. Al civico 170, dove c'era una autofficina, ci sono contaminazioni da idrocarburi pesanti e metalli pesanti. Al 246, al 261 e al 260 la bonifica è già stata eseguita. Al 272 e al 278 non risulta contaminato a seguito di un'analisi di rischio, anche se era stata rilevata la presenza di idrocarburi.

La presenza degli inquinanti, secondo la tabella che Affaritaliani.it Milano ha potuto consultare, potrebbe complicare non poco le procedure per l'abbattimento e la riqualificazione del quartiere, che sono in corso d'opera sotto la responsabilità di Infrastrutture Lombarde. "L’area oggetto del progetto, una superficie di ben mq. 134.000 e la costruzione di circa 2677 alloggi, potrebbe tenere in pancia degli inquinanti nel sottosuolo, situazione che sta rallentando i lavori in corso - spiega Nicola Di Marco - Era noto da tempo che nell’area oggetto dell’intervento ci fossero dei rischi ambientali, tanto che nel database delle bonifiche (concluse o in corso) della Città Metropolitana di Milano sono presenti ben 14 siti localizzati proprio in quella zona. Anche se la maggior parte di questi siti risulta bonificata, i rischi non mancano. Ad esempio l’area dell’ex autofficina in via Lorenteggio 170 risulta, dai dati a nostra mano forniteci da Regione, attualmente contaminata da pericolosi inquinanti quali metalli pesanti ed idrocarburi pesanti, nonché idrocarburi policiclici aromatici.

Oltre a questo specifico caso, evidentemente non si possono escludere ulteriori rischi, dato che Infrastrutture Lombarde, società che gestisce l’abbattimento e ricostruzione degli edifici (in gran parte ALER), ha iniziato una serie di carotaggi in loco alla ricerca di potenziali inquinanti nel sottosuolo".

Interventi ex post, che comportano vari tipi di rischi: innalzamento dei costi e anche ritardi sul cronoprogramma. E considerato che i fondi europei sono quelli che finanziano la realizzazione del nuovo quartiere, il tempo stringe. "I controlli avrebbero dovuto essere eseguiti prima, e non certo dopo l’inizio dei lavori, quantomeno in via precauzionale - spiega Di Marco - Invece hanno messo il carro davanti ai buoi e ora ci troviamo di fronte a una situazione difficilmente gestibile. Come M5S infatti ci chiediamo quali ritardi possano subire i lavori e che cosa stia succedendo in questo quartiere già caratterizzato da notevoli difficoltà".

Poi ci sono le falde, e qui si apre un altro capitolo. “Nella zona sud-ovest di Milano (Giambellino) vi è una significativa contaminazione da tetracloroetilene, sostanza della famiglia dei solventi giudicata rischiosa secondo l’OMS nonché secondo una nota del Ministero della Salute del 2016 - spiega Di Marco - Ci chiediamo se ciò che ARPA ha definito una “significativa contaminazione” delle acque profonde nel Lorenteggio / Giambellino sia stato preso in considerazione negli studi preliminari del progetto e nelle eventuali opere di bonifica".

Ma le falde sono un problema per tutta Milano. Scrive Arpa a pagina 33 del suo rapporto "Lo stato delle acque sotterranee sella provincia di Milano" (del 2012, visto che in quello 2014-2016 non c'è un dettaglio su questo): "Una vasta fascia che dal confine nord‐ovest del comune si estende verso il centro di Milano, raggiungendo la centrale acquedottistica Armi e, presumibilmente come estensione dello stesso plume, anche la centrale Vettabbia. Tale contaminazione nel tratto più a monte è sicuramente alimentata con origine a Baranzate e più a valle è probabilmente integrata da ulteriori apporti locali o confluenti da altre direzioni. Al confine comunale, i valori sono intorno a 500 μg/l, con prevalenza di tetracloroetilene ed in misura nettamente inferiore 1,2 dicloroetilene cis e tricloroetilene. Verso valle i valori decrescono fino a raggiungere 30‐40 μg/l di tetracloroetilene". E ancora: "Un’altra fascia con marcato inquinamento da solventi si riscontra in zona Bovisa, presso un gruppo di siti in procedimento di bonifica, dove si hanno valori di alcune decine di μg/l, con prevalenza di tetracloroetilene, e non è ancora definitivamente chiarito se l’origine sia locale o meno". E ancora: "Un'altra fascia interessata da una significativa contaminazione da solventi è il settore nord‐est, in un’area compresa tra il comune di Sesto San Giovanni, viale Sarca e via Palmanova, che coinvolge anche le centrali di Gorla e Crescenzago. I valori del tetracloroetilene raggiungono varie decine di μg mentre tricloroetilene, 1,1,1 tricloroetano e triclorometano raggiungono qualche unità di μg/l. Vi è inoltre una fonte accertata di Freon 141 nella zona di viale Sarca al confine tra Sesto San Giovanni e Milano, per la quale è attivo uno sbarramento". Qualcosa sarà migliorato negli ultimi anni? Difficile dirlo. Di certo la questione è scottante.

fabio.massa@affaritaliani.it

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