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Affari Europei
Brexit, altro che no deal. Il piano di Boris Johnson per uscire in 100 giorni

Brexit: l''arma segreta' di BoJo per uscita in 100 giorni

Il nuovo capo dei Tory Boris Johnson ha promesso di portare la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea entro il 31 ottobre. Ma qual è la sua strategia per ottenere in 100 giorni il divorzio dall'Europa? Sebbene il futuro primo ministro abbia sempre detto che il suo obiettivo principale è rinegoziare con Bruxelles i termini della Brexit, i toni usati durante la campagna elettorale per scalare il suo partito sembrano aver affievolito le sue speranze di riallacciare il dialogo con l'Ue. Johnson è convinto che la Gran Bretagna debba uscire in tempi rapidi: "Farlo, o morire", ha ribadito. Ma l'Unione europea ha sempre detto che si oppone a un nuovo accordo di divorzio e invece Johnson sostiene di avere un 'Piano B', un''arma segreta' in grado di minimizzare i danni di un'uscita senza accordo.

Il piano di Boris Johnson per evitare il "no deal"

Il futuro primo ministro infatti è convinto di poter chiedere l'applicazione dell'articolo 24 dell'"Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio" ("General Agreement on Tariffs and Trade", noto con l'acronimo Gatt) dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Il testo regola il libero scambio di merci tra gli Stati appartenenti a un'area commerciale. L'articolo 24 è rispuntato 50 anni dopo la sua stesura perche' per alcuni consentirebbe alla Gran Bretagna di continuare a commerciare liberamente prodotti con l'Unione Europea per almeno 10 anni senza dazi, come accade ora. Solo beni però, l'accordo infatti non si applica ai servizi: dettaglio non secondario, visto che i servizi nel 2017 hanno rappresentato il 40% delle esportazioni della Gran Bretagna in Unione Europea.

Durante un dibattito tra i candidati alla guida dei Tory in onda sulla Bbc, Johnson aveva detto: "Non ci saranno tariffe doganali perche' quello che vogliamo fare e' basarci sulle regole del Gatt 24 fino a quando non avremo rinegoziato un accordo [di libero scambio]". Ma non tutti sono d'accordo sulla validita' dell'articolo 24 del Wto in caso di Brexit. L'articolo, sostiene Bloomberg, si applica alle nazioni che vogliono negoziare un accordo commerciale e non a quelle che si apprestano a lasciarne uno. Lo stesso direttore generale della Wto, Roberto Azevedo, si e' dimostrato scettico sull'applicabilita' dell'articolo 24 in caso di Brexit, ricordando che comunque servirebbe il placet dell'Unione europea. E al momento sembra assai difficile ottenerlo.

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