Brexit, Bresso: "Un accordo é ancora possibile" - Affaritaliani.it

Affari Europei

Brexit, Bresso: "Un accordo é ancora possibile"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Secondo il premier britannico Theresa May l'accordo di divorzio tra Gran Bretagna e Unione europea é definito al 95% e tutelerà i cittadini europei che vivono e lavorano in Uk, come anche i britannici che si trovano nei Paesi dell'Unione. Una buona notizia per l'economia dei due litiganti che riceverebbe un duro colpo nel caso di una hard Brexit o peggio ancora di un no deal (divorzio senza accordo). Secondo Jansen NN Investment Partner la probabilità che si verifichi una hard Brexit è del 40%, mentre per il no deal è del 20%.

"Le trattative non stanno andando bene e il tempo scarseggia, ma un accordo é possibile", spiega ad Affaritaliani.it Mercedes Bresso, eurodeputata del Pd. "La situazione dei cittadini che vivono rispettivamente in Europa o in Gran Bretagna é risolta, come anche le questioni di bilancio che impegnano la Gran Bretagna anche dopo il completamento della Brexit. Si tratta di impegni finanziari che Londra ha assunto negli anni passati e che deve onorare anche dopo il marzo 2019".

Qual é il nodo che rimane da sciogliere?

"E' il confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda. Ad oggi non ci sono frontiere tra i due Stati per cui persone e merci possono viaggiare liberamente. Con le Brexit la Gran Bretagna dovrebbe reintrodurre i controlli alle sue frontiere esterne. Questo vale sia per i porti, come quello famoso di Dover, che per le aree terrestri".

Dov´é il problema?

"Il problema é che rimettere un confine in una terra che é stata devastata per anni da una vera e propria guerra civile, cha ha visto terrorismo e morti, rappresenta un passo indietro della storia che non possiamo accettare per il bene dell'Irlanda stessa".

Perché Londra non accetta il perdurare di una assenza di frontiere?

"Perché questo permetterebbe il libero passaggio di beni e persone tra Unione europea e Gran Bretagna, condizione che per il governo britannico é inaccettabile visto che uno dei motivi del referendum sulla Brexit é stato proprio il ripristino dei controlli".

Come se ne esce?

"Io credo che ci siano diverse strade percorribili, almeno a livello transitorio. Ad esempio prevedere un sistema di controllo elettronico delle persone che permetterebbe di registrare, senza bisogno di check point fisici, chi entra o esce dal Paese".

E per le merci?

"Si sta studiando l'introduzione dei controlli doganali in mare, fatti dunque prima che i container arrivino in porto. Oppure l'espletamento delle formalità in maniera elettronica, in modo da non creare luoghi fisici sul confine in cui fermare i tir. Non si tratterebbe di accordi definitivi, ma di un sistema transitorio in attesa che sia definito un quadro condiviso migliore".

Questo week end c'é stata una grande manifestazione a Londra con migliaia di persone che hanno chiesto un nuovo referendum. Lei pensa sia possibile?

"Dubito che ci possa essere una nuova consultazione. Quello che é certo é che molte persone che hanno votato per la Brexit non sapevano esattamente quali sarebbero state le conseguenze e ora si accorgono di quello che potrebbero perdere".

Ad esempio?

"La Gran Bretagna é un grande Stato ma all'interno dell'Unione aveva la possibilità di contare ancora di più nel mondo. Oggi si trova a dover trattare con Stati non-Ue per stringere accordi commerciali da una posizione di debolezza per ottenere, nel migliore dei casi, le condizioni di cui gode già adesso. Ma pensiamo al settore della ricerca, alla difesa comune, alla libera circolazione delle persone... Sono molti i privilegi di cui godono gli inglesi che stanno per perdere. Per che cosa poi, non si é ancora capito".

Non ha la percezione che a Bruxelles si preferisca arrivare ad una hard Brexit per 'dare una lezione' a Londra e scoraggiare chiunque stia pensando di seguirne le orme?

"Non credo che ci sia questo intento. Mi sembra che Michael Barnier stia facendo tutto il possibile per arrivare ad un accordo che soddisfi entrambe le parti senza cedere sui punti dirimenti, come il confine irlandese o la tutela dei cittadini Ue che oggi vivono in Gran Bretagna".