Affari Europei
Catalogna, l'Ue sta con Madrid. Scozia, Corbyn e Varoufakis con Barcellona
L'Ue si schiera con Madrid. Anche Merkel e Macron con Rajoy. La Scozia e la sinistra socialista di Corbyn e Varoufakis con la Catalogna
Catalogna, Puigdemont: "Non è una questione interna ma europea"
"La Catalogna non è una questione interna. E' una questione europea". Lo ha detto il presidente catalano Carles Puigdemont parlando dal Palazzo della Generalitat de Catalunya. Ma il suo appello resterà inascoltato. Il numero uno della Catalogna vorrebbe portare il dibattito sulla gestione del post referendum a livello comunitario. Ma Bruxelles non potrà mai accettarlo. L'Ue considera infatti la questione catalana come una questione interna alla Spagna e ha spiegato più volte che si atterrà alla costituzione spagnola.
Madrid: "L'Ue non riconoscerà l'indipendenza"
L'Unione europea non riconoscerà un'eventuale dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna, perché "per l'Europa significherebbe un pasticcio" di enormi proporzioni. Lo ha detto il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, a Cadena Ser, ribadendo che una simile dichiarazione "non avrebbe nessun effetto politico né giuridico". E Bruxelles, pur stando silente, appoggia in maniera convinta il governo centrale anche perché unità e integrazione sono due valori da cui l'Ue non vuole e non può muoversi.
Il silenzio imbarazzato di Bruxelles
In questi giorni, comunque, in molti hanno notato l'imbarazzato e assordante silenzio di fronte alle violenze della polizia spagnola per impedire il referendum catalano, prima dell'intervento odierno della Commissione Ue. I leader delle istituzioni Ue, tutti della famiglia del Ppe - la stessa del Partido Popular del premier Mariano Rajoy - hanno evitato dichiarazioni ufficiali, nell'attesa di 'metabolizzare' la situazione, ma soprattutto cercando la linea, stretti tra un voto incostituzionale e un rispetto della Costituzione imposto con la violenza. Una questione rimandata comunque solo di poche ore, visto che domani si apre la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. A rompere gli indugi sono stati invece il leader dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo Gianni Pittella, e quello dei liberali dell'Alde Guy Verhofstadt. La guida del Ppe, Manfred Weber, ha preferito tacere, anche per vedere quale sarà la difesa di Rajoy, al quale Podemos chiede le dimissioni. Pittella, pur rimarcando il carattere di illegalità del "non-referendum", ha definito quello di oggi un "giorno triste per la Spagna e per l'intera Europa", attaccando frontalmente Rajoy, accusato di "non aver fatto niente per evitare" le violenze. Pittella ha infatti giudicato "scandaloso che il governo conservatore non abbia aperto un dialogo prima, ignorando la voce di tanti catalani". Verhofstadt, dal canto suo, ha invitato ad "una soluzione negoziata nella quale siano coinvolte tutte le parti politiche, inclusa l'opposizione al Parlamento catalano".
Merkel, Macron e tutti gli altri dalla parte di Madrid
Anche i leader dei singoli Stati sono tutti schierati dalla parte del governo Rajoy. Angela Merkel ha subito telefonato al primo ministro spagnolo dandogli il suo appoggio. Stesso discorso per la Francia con Emmanuel Macron che appoggia apertamente il governo di Madrid.
La Scozia sta con la Catalogna. Ma anche da sinistra appoggio a Barcellona con Corbyn e Varoufakis
Ma intorno a tanti paesi al fianco di Madrid spuntano anche voci contrarie. A far sentire la propria voce per primi a favore della Catalogna sono stati gli indipendentisti, con la premier scozzese Nicola Sturgeon, che ha invitato le autorità di Madrid a lasciar votare liberamente. Ma la parziale sorpresa è che anche la sinistra socialista europea si schiera al fianco della Catalogna. In particolare Jeremy Corbyn, leader dei Labour inglesi, ha condannato duramente l'atteggiamento del governo di Madrid. Anche Varoufakis, l'ex ministro greco punto di riferimento per una certa fetta di sinistra europea, insiste sulla possibilità di autodeterminazione del popolo catalano.