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Affari Europei
Elezioni, così cambierà l'Europa con il M5S al governo
L'eurodeputato del M5S Fabio Massimo Castaldo

A marzo gli italiani saranno chiamati ad eleggere il nuovo parlamento. I sondaggi si rincorrono e vista la legge elettorale approvata lo scorso anno sapere chi governerà é quantomai impossibile. Quel che é certo é che il Centrosinistra si presenta diviso alle urne, mentre nel Centrodestra Berlusconi prova a tenere uniti partiti divisi profondamente tra loro. L'unico a porsi agli elettori sotto un'unica sigla é il Movimento 5 Stelle, che a fine marzo potrebbe dare vita al primo governo pentastellato della storia d'Italia.

A Bruxelles sono in molti a guardare con interesse al voto italiano e agli equilibri nazionali ed europei che si andrebbero a formare in caso di vittoria 5Stelle. Ma se i grillini salissero a Palazzo Chigi come cambierebbe il rapporto tra l'Italia e l'Unione europea? Lo abbiamo chiesto a Fabio Massimo Castaldo, eurodeputato M5S e vicepresidente dell'Europarlamento.

Ecco dunque il programma M5S in sei punti:

Fine delle politiche di austerity

"Noi vorremo una Europa che metta in discussione le regole del pareggio di bilancio su cui si fonda l'austerità", spiega Castaldo. "Vogliamo che sia varata una politica anticiclica ed espansiva. L'Unione deve mettere al centro le persone, i lavoratori e non delle regole che poco hanno a che fare con il benessere dei cittadini".

Le preoccupazioni dei partner europei

"Non vedo alcuna preoccupazione in Europa relativa ad una nostra vittoria alle elezioni politiche", afferma Castaldo. "Tanto più che io stesso sono stato eletto vicepresidente del Parlamento europeo con un sostengo forte e trasversale, segno che anche a Strasburgo il nostro lavoro é apprezzato. Siamo una forza serie e credibile. Lavoreremo sempre in maniera costruttiva ed efficace e saremo fautori del cambiamento".

Referendum sull'euro non a tutti i costi

"Il referendum sulla moneta unica é stato una nostra proposta in passato perché volevamo mettere in luce certe incongruenze dell'unione economico-finanziaria. La vera domanda é che tipo di Europa vogliamo costruire", spiega Castaldo. "L'Europa di oggi non la vogliamo e non funziona. Se troveremo in Europa degli interlocutori aperti al dialogo, che mettano al centro dell'agenda politica la crescita e l'occupazione, non ci sarà alcun bisogno di un referendum".

Globalizzazione e industria

"La globalizzazione e l'automazione stanno stravolgendo interi settori economici, distruggendo piú posti di lavoro di quanti non ne creino. E' una sfida che l'Europa deve affrontare", continua Castaldo. "Dobbiamo mettere fine anche al dumping sociale e fiscale oggi in atto all'interno dell'Unione stessa che svantaggia le nostre imprese e i lavoratori".

Gli Usa restano un alleato forte, con molti ma

"In questo momento tanti punti di riferimento che si davano per acquisiti sono stati rimessi in discussione", spiega Castaldo. "L'atteggiamento del presidente Trump in politica estera é azzardato per non dire sconsiderato, come abbiamo visto con Gerusalemme. L'unione deve lavorare come mediatore delle grandi crisi internazionali. Non dobbiamo esitare a prendere una posizione forte nei confronti degli Usa quando sbagliano senza però mettere in discussione l'alleanza che resta fondamentale".

Stop all'egemonia franco-tedesca

"Francia e Germania provano a parlare a nome di tutti i ventotto Stati membri, senza considerare le priorità degli altri. Questo non lo riteniamo accettabile, questa deve essere l'Europa di tutti, non di pochi", conclude Castaldo.

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