Affari Europei
Germania, i trasporti nel mirino Ue. Procedura contro il salario minimo

Non si può certo dire che sia un periodo tranquillo per il settore dei trasporti in Germania. Dopo la protesta continuata dei ferrovieri, ecco che Bruxelles storce il naso a proposito della nuova normativa sul salario minimo per i camionisti. La Commissione Europea ha infatti reso noto di aver avviato una procedura di infrazione nei confronti della Germania relativamente alla applicazione della sua nuova normativa sul salario minimo nel settore dei trasporti.
La posizione della Commissione è piuttosto netta: pur supportando, in generale, l’introduzione della legge che ritiene coerente con l’impegno sociale della stessa Commissione, il fatto che questa debba applicarsi a tutte le imprese che operano sul territorio tedesco, e quindi anche quelle straniere, limiterebbe secondo Bruxelles “in modo sproporzionato” il libero movimento delle merci e la libera fornitura dei servizi. In particolare, la Commissione non apprezza la legge che fissa la paga oraria minima a 8,5 euro e che si applica anche ai camionisti stranieri.
La normativa riguarda tutti i camionisti stranieri che svolgono attività di trasporto internazionale da e verso il paese, cabotaggio e semplice transito, e prevede che costoro comunichino, prima di un viaggio in Germania, alcuni dati alla Bundesfinanzdirektion West. In caso di mancata applicazione sono previste sanzioni che possono andare dai 30 ai 500.000 euro. Secondo la Commissione, l’applicazione, come spiega Ship 2 Shore, a certe operazioni di trasporto internazionale non sarebbe giustificata poiché creerebbe “barriere amministrative che porterebbero il mercato interno a non funzionare correttamente”, mentre introducendo misure più proporzionate si potrebbe da un lato garantire la protezione sociale e dall’altro assicurare una giusta concorrenza nel settore. Ora spetta alle autorità tedesche replicare ai rilievi della Commissione entro due mesi.
