Affari Europei
Portogallo, conti ok ma povertà diffusa. Quanto costa non finire come Atene
La strada verso il recupero è stata intrapresa, ma le ferite sono ancora tante. In Portogallo si respira vicinanza e simpatia per la Grecia, dopo anni di dura austerità economica. E' dal 2011 che i portoghesi devono convivere con un aumento delle tasse e un tasso di disoccupazione che non accenna a diminuire, anzi. Il sentimento comune tra i cittadini portoghesi è quello di vicinanza ai greci. In molti si sentono traditi da un governo che 4 anni fa aveva promesso che le cose sarebbero andate meglio con le misure di austerità e il programma di salvataggio europeo. Ma, dicono i portoghesi, la gente è sempre più povera.
In realtà, mentre il potere d'acquisto dei cittadini è sceso, i conti pubblici portoghesi sono in crescita dopo lo stanziamento dei 78 milliardi di euro del programma Ue che sta facendo tornare il segno positivo sull'economia. Negli scorsi giorni, il governo di Lisbona ha annunciato che metterà all'asta fino a 1.25 miliardi di euro in obbligazioni. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha salutato con favore l'iniziativa del Portogallo e ne ha approfittato per dichiarare che questa è la migliore prova che le misure di austerity e di tagli funzionano.
Il primo ministro portoghese, Pedro Passos Coelho ha detto che senza le misure di austerity e i tagli il Paese ora sarebbe nella stessa situazione della Grecia, con il rischio di default e uscita dall'Eurozona. L'economia portoghese è cresciuta dello 0,9% nel 2014, soprattutto grazie alle misure di flessibilità sul lavoro. Contribuisce soprattutto l'export che è arrivato a incidere per il 40% sul prodotto interno lordo del Paese.
Ma mentre i conti pubblici migliorano l'altra faccia della medaglia sono i cittadini medi che vedono il loro portafoglio molto spesso vuoto o quasi. E così, col potere d'acquisto diminuito, si stima che il 60% degli hotel e dei ristoranti portoghesi sono di fronte a un alto rischio di chiusura perché non riescono nemmeno a ripagare i propri debiti a causa del calo di clientela. La disoccupazione è al 14%, dopo aver raggiunto il 17% nel picco di massima crisi, ma è comunque di tre punti percentuali più alta dei livelli pre crisi.
Senza contare che dal 2011 a oggi ben 200 mila cittadini portoghesi hanno lasciato il Paese in cerca di fortuna altrove. Non è tutto. Aumentano anche i poveri, con il numero di "esclusi sociali" che nel giro di tre anni sono aumentati del 2,5% e sono passati dal 25% del 2010 al 27,5% del 2013. Insomma, una situazione per nulla idilliaca che è l'altra faccia della crisi greca. Il Portogallo simboleggia proprio questo: un Paese sopravvissuto grazie all'applicazione dell'austerity imposta da Bruxelles. Ma con una domanda inquietante presente tra tutti i portoghesi: a quale prezzo?