Russia, così i cambiano i rapporti dell'Ue con Putin dopo Parigi - Affaritaliani.it

Affari Europei

Russia, così i cambiano i rapporti dell'Ue con Putin dopo Parigi

Il disgelo Russia-Ue cambia i rapporti di Putin con i leader dei 28. Si punta alla rimozione delle sanzioni, su rating e asset. Putin guida l'offensiva anti Isis: asse con Merkel e Hollande. Renzi lo celebra, Cameron apre. E Mosca mette in atto la "missione storica" di guida europea prevista da scrittori e teorici dell'800.

PUTIN, DA "DITTATORE" A GUIDA DELL'OCCIDENTE - Vladimir Putin ha preso il timone dell'Occidente. L'azione più decisa contro i terroristi dell'Isis viene proprio dal Cremlino. E' da qui che erano partiti i bombardamenti in Siria qualche settimana fa. Bombardamenti che erano stati accolti con ostilità dagli Usa in primis ma anche da tanti leader europei. Putin era considerato una sorta di "dittatore" e dopo quanto era accaduto in Ucraina la Russia era vista da molti come una minaccia molto forte, tanto che Nato e Paesi dell'Est Europa avevano rafforzato la loro presenza militare ai propri confini. Ora è tutto cambiato. L'inerzia degli Stati Uniti in Medio Oriente e le divisioni interne all'Unione Europea hanno messo quasi per forza di cose la Russia al centro dello scacchiere geopolitico. E ora che la palla è arrivata a lui Putin non la molla più. Così, dopo aver dato il via libera alle azioni militari al fianco della Francia e aver evocato un'alleanza quasi sacra tra le varie democrazie occidentali per combattere l'Isis "come contro Hitler", ha deciso di non lasciare l'iniziativa in mani altrui. Negli scorsi giorn ha dunque fatto votare dalla Duma un appello alla Ue, agli Stati Uniti e a svariati Paesi del Medio Oriente perchè si formi una vera willing coalition contro il Daesh. Una mossa importante e che apre a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Putin ha voluto mostrare di essere, ancora una volta, un passo avanti.

CAMBIANO I GIUDIZI SU PUTIN - E così, per forza di cose, sono cambiati profondamente i commenti e le valutazioni degli altri leader Ue e non su Putin e il suo operato. Così Matteo Renzi sulle azioni di Mosca dopo gli attentati: "Da Putin c'è una presa di posizione giusta. La nostra politica è basata sulla fraterna cooperazione con gli Stati Uniti, questa e' la nostra stella polare, ma ho sempre dtto che questo atteggiamento anti-russo che sta prendendo l'Europa non ci porta da nessuna parte". Il premier italiano ha sottolineato con forza la centralità di Mosca nello stabilire una politica comune: "Non si può immaginare una nuova guerra fredda. Riportiamo la Russia al tavolo per combattere tutti insieme l'Isis". In questo momento è fortissimo il rapporto tra Putin e François Hollande. L'inquilino dell'Eliseo ha infatti trovato nel presidente russo la spalla ideale per gli attacchi comuni in Siria. Dopo l'inizio dei raid francesi, infatti, Putin ha subito dato ordine alle unità della Marina Militare russa, che incrociano nel Mediterraneo, di stabilire contatti con quelle francesi e di collaborare con loro "come alleate" contro lo Stato Islamico in Siria. Una mossa importante e che solo qualche settimana fa sarebbe stata impronosticabile, se si ricorda al clamoroso caso delle navi Mistral prima promesse e poi negate da Parigi a Mosca nonostante un affare miliardario. Ma Putin ha incontrato a più riprese anche il vero motore dell'Europa, vale a dire Angela Merkel, con la quale ha un ottimo rapporto. Negli scorsi giorni i due hanno discusso di lotta contro il terrorismo e della situazione in Ucraina.Come ha rivelato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov “la conversazione con la Merkel è stata abbastanza specifica. Lotta contro il terrorismo” e “Ucraina sono stati i temi che sono stati discussi in particolare”. Ma anche uno degli acerrimi oppositori di Putin ha aggiustato il tiro. Si tratta di David Cameron. Il primo ministro britannico ha convenuto che il terrorismo va combattuto insieme al Cremlino. "Gli ultimi tragici eventi in Francia dimostrano che siamo costretti e sarebbe dovuto accadere molto tempo fa, a unire gli sforzi nella lotta contro questo male" ha detto Putin durante l'incontro con Cameron a margine del vertice G20 della scorsa settimana.

LA MISSIONE STORICA DELLA RUSSIA - Insomma, il peso politico della Russia e di Putin è sempre più forte. Mosca assurge a guida dell'Occidente in Medio Oriente, soprattutto considerando l'inerzia della politica estera americana nella regione. Lo stesso Barack Obama negli scorsi giorni si è lasciato andare a un rarissimo elogio di Vladimir Putin con cui i rapporti sono stati pessimi negli ultimi anni. Il presidente ha definito l'omologo ursso "un partner costruttivo (nei tentativi in corso a Vienna) per cercare di realizzare un transizione politica" in Siria, nonostante restino inalterate le divergenze sul ruolo di Bashar Assad. Rapporti che comunque per Obama potranno solo migliorare se le forze russe si concentreranno, come promesso, solo nel colpire Isis in Siria. In questo modo Putin sta riuscendo nell'impresa di realizzare la "missione storica" teorizzata da molti scrittori e pensatori russi del XIX e inizio del XX secolo, secondo i quali la Madre Russia avrebbe dovuto rompere gli indugi e diventare la guida morale e politica dell'Europa. Un compito storico, quasi insito nel popolo russo (sempre secondo queste teorie), che avrebbe dovuto svolgersi in particolare nella regione asiatica e mediorientale. Una missione che non è mai stata portata a termine, anche a causa della guerra fredda e delle divisioni con l'Occidente che hanno dominato tutto lo scorso secolo e anche l'inizio del nuovo millennio. Ma ora le cose potrebbero clamorosamente, storicamente, cambiare.

VIA LE SANZIONI? - Ma alla base delle azioni della Russia e di Putin ci sono anche, e per qualcuno soprattutto, motivazioni economiche. Non è un mistero che il Cremlino miri in breve tempo alla cancellazione delle sanzioni economiche dell'Ue, applicate in seguito alla crisi in Ucraina. Il disgelo in atto nelle relazioni tra la Russia e i Paesi occidentali ha comunque già avuto un impatto positivo sulla valutazione degli asset russi da parte degli investitori stranieri, secondo l'agenzia Bloomberg. Negli scorsi giorni le azioni e le obbligazioni russe sono cresciute di valore in tutto il mondo, per il fatto che gli investitori scommettono sull'indebolimento delle sanzioni contro la Russia, introdotte per la crisi ucraina, alla luce del riavvicinamento con l'Occidente. Non è tutto. Standard & Poor's ha fatto sapere che l'alleggerimento della pressione sulla Russia diventerà una motivazione valida per la revisione del rating del Paese nel caso in cui le sanzioni contro Mosca verranno rimosse. Insomma, va bene la missione storica e i complimenti degli altri leader, ma per Putin conta molto anche il portafoglio.