Serbia, l'esercito a Mosca per il Victory Day. Ingresso nell'Ue più lontano - Affaritaliani.it

Affari Europei

Serbia, l'esercito a Mosca per il Victory Day. Ingresso nell'Ue più lontano

E' ufficiale, l'esercito della Serbia parteciperà al Victory Day del 9 maggio a Mosca. Il presidente serbo Tomislav Nikolic ha annunciato che i militari serbi presenzieranno alla cerimonia  del settantesimo anniversario della vittoria contro il nazi-fascismo nella Seconda guerra mondiale. Una scelta che sta scatenando diverse reazioni negative in Occidente e in particolare a Bruxelles. Ora sembra che l'ingresso di Belgrado all'Unione sia sempre più lontano.

Il governo serbo si è affrettato a dire che la partecipazione all'evento di Mosca non significa che la Serbia cambi il proprio percorso orientato all'integrazione nell'Ue e venga meno in qualche modo al proprio ruolo nell'Ocse. Belgrado sostiene che la propria presenza nella Piazza Rossa di Mosca sia essenziale per una giornata sacra che rappresenta "un monito storico per l'intera umanità".

"Celebrare il Victory Day significa ricordarsi di più di 55 milioni di vittime che sono state uccise dall’ideologia nazista e fascista, la quale aveva nel suo programma lo sterminio delle intere popolazioni e nazioni. L’attuale situazine geopolitica non deve diventare un ostacolo alle celebrazioni del Victory Day", sostiene l'esecutivo serbo. Ma quello che fa più discutere e storcere il naso in occidente è la partecipazione delle forze armate. Secondo alcune indiscrezioni, il ministro degli Esteri serbo aveva consigliato al presidente Nikolic di andare da solo e non coinvolgere l'esercito nelle cerimonie. Consiglio non ascoltato da Nikolic, che ha invece deciso di portarsi dietro nel suo viaggio in terra russa 75 membri dell'esercito serbo.

L'episodio alimenta ancora di più i dubbi già esistenti sulla posizione della Serbia in merito alla crisi in Ucraina. Belgrado mantiene infatti ancora dei forti legami economici e politici con Mosca e per ora non ha aderito alle sanzioni imposte dall'Ue alla Russia. "Noi abbiamo comunicato a tutti i governanti Ue la nostra posizione: siamo in disaccordo con l'imposizione delle sanzioni contro la Russia, ma avremo l'obbligo di seguire una comune politica estera quando diventeremo membri dell'Ue" ha dichiarato Nikolic.

Insomma, i dubbi rimangono eccome sulla posizione serba e l'ingresso nell'Unione Europea è a questo punto tutt'altro che scontato. Potrebbe risultare un momento decisivo la visita annunciata nei prossimi mesi del primo ministro serbo Aleksandar Vucic negli Stati Uniti, dove incontrerà il vice presidente americano Joe Biden. Gli Usa vogliono capire quale siano davvero le relazioni tra Belgrado e Mosca. Le prossime mosse saranno fondamentali per capire se la Serbia vorrà proseguire sul percorso europeo oppure prenderà la svolta verso Mosca.