Covid, "Il nuovo antivirale orale va usato nei primi 2-4 giorni"

Maria Rita Gismondo ad Affaritaliani.it: "Politica e governo continuano a sbagliare i tempi"

Di Alberto Maggi
Maria Rita Gismondo
Coronavirus
Condividi su:

Con Omicron endemizzazione del Covid? "Le premesse ci sono tutte..."

"E' una tesi condivisibile se si continua con scelte prese in ritardo". Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, commenta con Affaritaliani.it le parole del presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli ("Prepariamo all'inferno, tornare presto a scegliere chi curare"). "Omicron è sicuramente molto, molto meno grave della precedente variante. Quello che aumenta le probabilità di ammalarsi in modo serio e di morire è che è molto infettiva, come dimostrano i numeri: gran numero di persone infettate ma bassa letalità".

"Abbiamo uno strumento importante per combattere il Covid e la Omicron e non capisco perché non venga utilizzato in modo corretto. Abbiamo il nuovo antivirale orale che però se continua a essere gestito in questo modo non si farà altro che ingolfare gli ospedali. Gli antivirali - spiega Gismondo - vanno gestiti dalla medicina territoriale, a casa. Se si aspetta che le persone finiscono al pronto soccorso si perde solo tempo annullandone l'efficacia. Come noto, il nuovo antivirale orale va utilizzato nei primi 2-4 giorni al massimo dai sintomi, altrimenti si perde tempo se vengono somministrati in ospedale. E' assurdo che si continuino a prendere decisioni sbagliando i tempi. Adesso il governo ha deciso per la vaccinazione obbligatoria per gli over 50, ma così arriviamo a febbraio-marzo, troppo tardi. L'obbligo vaccinale andava messo tre mesi fa per produrre oggi risultati importanti. I buoi continuano a scappare e la politica cerca di acchiapparne qualcuno".

L'Omicron potrebbe davvero essere il "canto del cigno" del Covid come ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute? "Ce lo auguriamo. Le premesse ci sono tutte, ma non possiamo esserne certi. I virus riservano sempre sorprese, a volte positive e a volte negative. Ma le premesse ci sono affinché si passi alla fase di endemizzazione del Covid, cioè di una convivenza non eccessivamente aggressiva con il virus". In molti si chiedono quanti siano i vaccinati, anche con terza dose, morti di Covid e perché ogni giorni non vengano comunicati questi numeri... "Questo dato c'è nel rapporto periodico dell'Iss. Guardiamo al Sud Africa da dove proviene Omicron e dove la popolazione vaccinata è il 15-20%. In quel Paese, effettivamente, il tasso di mortalità è molto basso. In primo luogo in Sud Africa ci sono molti giovani e questa è la prova che i giovani rischiano molto, molto meno, ovviamente se sono in buona salute. L'altro elemento che emerge è che Omicron non porta a un numero significativo di decessi, in un Paese dove, ripeto, solo il 15-20% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale. Sicuramente Omicron è meno aggressiva", conclude Gismondo.