Covid, studio dei cardiologi internazionali: la vigile attesa porta alla morte

Perché l’Italia ha tutti questi morti? La vigile attesa è un disastro. E’ importante la prevenzione. Ecco le cure Paese per Paese. Seguire il modello coreano

di Antonio Amorosi
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Covid, in Italia la vigile attesa resta uno degli approcci più usati: ma gli esperti la indicano come un "disastro"

Il 7 ottobre scorso la rivista internazionale in lingua inglese Review in cardiovascular medicine, una peer-reviewed (cioè sottoposta a revisione di esperti), indicizzata in index Medicus/PubMed-Medline e riconosciuta dal Giornale Italiano di Cardiologia, organo ufficiale della Federazione Italiana di Cardiologia, aggiorna uno studio-resoconto di 60 studiosi che spiegano perché la vigile attesa è un disastro. Gli scienziati mettono anche in fila quali farmaci vengono usati in 23 Paesi del mondo per trattare la malattia. 

Lo studio, dal titolo “Multifaceted highly targeted sequential multidrug treatment of early ambulatory high-risk SARS-CoV-2 infection (COVID-19)”, scrive esplicitamente che per quanto “nessuna singola opzione terapeutica finora è stata del tutto efficace”...“è necessaria una combinazione” di interventi terapeutici. Di sicuro però è sbagliato l’approccio della vigile attesa. Non è difficile ricordare, aggiungiamo noi, che è proprio quello del governo italiano.
“Tempo prezioso viene sprecato con un approccio ‘aspetta e vedi’”, scrivono, “in cui non esiste un trattamento antivirale man mano che la condizione peggiora, con il rischio di ospedalizzazione, morbilità e morte non necessarie. Una volta infettato, l'unico mezzo per prevenire un ricovero in un paziente ad alto rischio è applicare il trattamento prima dell'arrivo dei sintomi che richiedono chiamate paramediche o visite al pronto soccorso”. In sostanza la malattia può degenerare in fretta se il paziente non è monitorato nell’immediatezza con possibili interventi di cura.

“Per arginare l'ondata di ricoveri e morte”, occorre, “un approccio terapeutico su più fronti”. Ma soprattutto puntare sulla prevenzione.
I “quattro pilastri” della risposta pandemica al COVID-19, spiegano gli studiosi sono: “1) controllo del contagio o sforzi per ridurre la diffusione di SARS-CoV-2, 2) trattamento precoce ambulatoriale o domiciliare della sindrome COVID-19 per ridurre l'ospedalizzazione e la morte, 3) ricovero come una rete di sicurezza per prevenire la morte nei casi che richiedono supporto respiratorio o altre terapie invasive, 4) immunità naturale e mediata dalla vaccinazione che convergono per fornire l'immunità di gregge e la cessazione definitiva della pandemia virale”.
In sostanza il virus va almeno tracciato prima che si diffonda in modo esponenziale nell’area, le persone visitate dai medici e seguite individualmente per limitare degenerazioni al fine di evitare “il rischio di ospedalizzazione, morbilità e morte non necessarie”.


Interessante è l’elenco, con spesso la citazione dello studio connesso, dei famaci usati in via preventiva Paese per Paese per ridurre drasticamente i danni da Covid, farmaci spesso demonizzati sui media italiani.

Algeria: Clorochina/Idrossiclorochina    (Belayneh, 2020 )
Argentina: Ivermectina    (Mega, 2020 )
Brasile: Idrossiclorochina, Ivermectina, Azitromicina (Vitamina D e zinco solo per chi può assumerla)    (Ministério da Saúde, 2020 ; Coronavirus a Tarde, 2020 )
Bangladesh: Ivermectina, Doxiciclina    (Notizie sui siti di prova, 2020 )
Camerun: Clorochina/Idrossiclorochina    (Belayneh, 2020 ; Bösmüller et al., 2020 )
Cina: Clorochina/Idrossiclorochina più altre medicine tradizionali fino a 23 diverse erbe medicinali cinesi    (Fan et al., 2020 )
Colombia: Ivermectina    (Mega, 2020 )
Egitto: Clorochina/Idrossiclorochina    (Mohhamad, 2020 )
Francia: Idrossiclorochina, azitromicina e lopinavir-ritonavir    (Gérard et al., 2020 )
Ghana: Clorochina/Idrossiclorochina    (Isacco, 2020 )
India: Idrossiclorchina, Ivermectina, da sola o in combinazione con altri farmaci    (Vora et al., 2020 )
Corea: Idrossiclorochina    (Hong et al., 2020 )
Messico: Ivermectina, idrossiclorochina    (Pacheco, 2020 )
Marocco: Clorochina/Idrossiclorochina    (McFadyen et al., 2020 ; Mussa, 2020 ; Brian, 2020 )
Mozambico: Clorochina/Idrossiclorochina    (McFadyen et al., 2020 ; Belayneh, 2020 )
Nigeria: Clorochina/Idrossiclorochina    (McFadyen et al., 2020 ; Felix, 2020 )
Perù: Ivermectina, Azitromicina    (Diario oficial del bicentenario, 2020 ; Trial Site News, 2020 )
Senegal: Clorochina/Idrossiclorochina    (McFadyen et al., 2020 ; Huaxia, 2020 )
Sud Africa: Clorochina/Idrossiclorochina    (McFadyen et al., 2020 ; Katharine, 2020 )
Spagna: I pazienti che stanno già assumendo idrossiclorochina all'interno o al di fuori degli studi clinici per COVID-19 così come i pazienti in trattamento cronico con questi farmaci dovrebbero continuare ad assumerli e, in ogni caso, mantenere i consueti follow-up con i loro medici    (Agencia Española de Medicamentos y Productos Sanitarios, 2020 )
Taiwan: Idrossiclorochina    (Sheng, 2020 )
Uganda: Clorochina/Idrossiclorochina, Azitromicina    (McFadyen et al., 2020 ; The Independent, 2020 )
Usa: Nessun kit fornito dalle agenzie di sanità pubblica, Association of American Physicians and Surgeons Home COVID-19 Treatment Guide raccomanda adiuvanti neutraceutici e terapia multifarmaco sequenziata su prescrizione medica

Ma la chiave per debellare il Covid è la prevenzione. “Le nostre osservazioni suggeriscono”, scrivono sempre gli studiosi, “che la maggior parte dei ricoveri potrebbe essere evitata con una prima strategia di trattamento domiciliare, con un adeguato monitoraggio della telemedicina e l'accesso all'ossigeno e alle terapie. I pazienti avranno le migliori possibilità di guadagno terapeutico se trattati prima che si verifichi una progressione significativa della malattia”. In più “se la terapia viene offerta a domicilio con la consegna di farmaci, i viaggi in centri di cure urgenti, cliniche e ospedali possono essere ridotti o eliminati”.

Come accade ad esempio, aggiungiamo noi e come abbiamo documentato, in Corea del Sud che a differenza dei 130.000 morti italiani da inizio pandemia ha avuti solo 2.500 deceduti. 
L’età media in Corea del Sud è di circa 40 anni, in Italia 46. La Corea del Sud è un Paese di grandi dimensioni, con circa 52 milioni di abitanti, noi 59 milioni. La Corea ha una densità che va dai 491 abitanti a chilometro quadrato ai 527, con grandi agglomerati abitativi (Seoul ha 9,7 milioni di abitanti). Una densità che di molto doppia la nostra. L’Italia ha una densità di 196 abitanti a chilometro quadrato.
Ma in Corea ai primi sintomi i pazienti vengono immediatamente visitati a casa e nel caso curati. Anche gli asintomatici che risultassero positivi vengono monitorati. La popolazione viene tracciata anonimamente e il virus tracciato nei sui spostamenti. In Corea del Sud non vi è stato un giorno di lockdown, quindi neanche si sono visti gli effetti devastanti che ha subito la nostra economia le nostre libertà.