Codacons, la Cassazione riconosce il risarcimento per carburante contaminato

La sentenza chiarisce quali elementi devono essere provati per ottenere un risarcimento danni

Cronache
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Carburante contaminato, dal Codacons le indicazioni per ottenere il risarcimento danni 

Una sentenza della Cassazione ha riconosciuto che il consumatore, per ottenere il risarcimento del danno per carburante contaminato, deve dare prova dell’effettivo rifornimento, del danno causato, e del nesso di causalità tra l’evento e il danno, dando evidenza della presenza di acqua nel serbatoio.

Tuttavia, l’unico modo con cui un automobilista può fornire le prove del danno è attraverso le "presunzioni", capaci di fornire una ragionevole probabilità che il danno sia dipeso dall’acqua presente in quella specifica stazione di rifornimento e non in altre. Dal momento che l’automobilista non ha la possibilità di effettuare una verifica sui serbatoi interrati delle stazioni di servizio, diventa fondamentale effettuare una perizia da parte di un meccanico o perito professionista.

“La sentenza della Cassazione chiarisce quali siano gli elementi che devono essere provati per ottenere un risarcimento danni per carburante contaminato – commenta il presidente Codacons Marco Donzelli – chiunque abbia il dubbio di aver subito un danno faccia eseguire un perizia tecnica che dimostri la presenza di acqua nel serbatoio. Scriveteci a info@codaconslombardia.it per ottenere assistenza legale in materia”.

 

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