Caro energia: a rischio un'impresa su 4, gli industriali invocano il nucleare

Rincari, crisi in Ucraina, tetto al prezzo del gas e lavoro: serve "un nuovo mix" di fonti energetiche

(Fonte immagine: Assolombarda)
Economia
Condividi su:

Dal caro energia al Recovery Plan, le proposte di Assolombarda-Confindustria

Mentre il caro energia rischia di spegnere un'impresa su quattro e le bollette per le imprese toccano quota 80 miliardi, la discussione in Italia sul nucleare non decolla, restando tabù. Così come i progetti legati al Pnrr: se da una parte rimangono un'occasione unica per il Paese per ripartire, dall'altra la messa a terra sembra ancora lontana.

Di questo (e non solo) ne sono convinti il presidente di Assolombarda Alessandro Spada e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che, in occasione dell’assemblea Generale 2022 tenutasi a MIND - Milano Innovation District, il nuovo distretto dell’innovazione di Milano nato da una partnership pubblico-privata tra Arexpo e Lendlease, mettono in fila, punto per punto, i nodi e le richieste delle imprese.

Tra gli altri, presenti anche Igor Biasio, amministratore delegato di Arexpo e Stefano Minini, project director Mind. Oltre a Bonomi, sono poi intervenuti Vittorio Colao, ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, Attilio Fontana, presidente di regione Lombardia e Giuseppe Sala, sindaco di Milano.

Caro energia, da qui a luglio a rischio la produzione di un'impresa su quattro 

“La crisi in Ucraina ha fatto esplodere un problema che in realtà esisteva da tempo: in Italia è sempre mancata una politica energetica. E pensare che proprio Milano, su questi temi, è stata pioniera: in via Santa Radegonda è stata costruita la prima centrale elettrica dell’Europa; penso anche al visionario Enrico Mattei, che ‘disegnava’ la politica energetica del Paese dal suo quartier generale di San Donato Milanese. Eravamo avanguardia, oggi invece ci troviamo in balia delle scelte di regimi autocratici, come quello di Mosca". Così il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, dà il via libera all'assemblea generale industriali, mettendo in primo la questione energetica

Una partita minata da diversi fattori. Le cause, spiega Spada, "sono note: gli interessi di breve termine hanno prevalso sullo sguardo di lungo periodo; la politica si è ridotta a puro consenso ed è caduta ostaggio dei comitati del “No”, lasciando campo libero a una burocrazia che sembra costruita con il solo scopo di frenare ogni spinta. Eppure, è dimostrato che l’Italia riesce a concludere le opere necessarie quando la politica vuole raggiungere il risultato: penso al gasdotto Tap, per esempio. È dunque ora che essa torni a compiere quelle scelte strategiche che le competono e ad assumersi pienamente le responsabilità".

"Ascoltando tutti, certamente, ma senza paralizzarsi di fronte ai vari ‘no nucleare’, ‘no rigassificatori’, ‘no termovalorizzatori’. Così non si va da nessuna parte. Tengo a sottolineare che il problema dell’energia tocca, in modo particolare, la Lombardia. Consumiamo oltre il 25% dell’energia elettrica nazionale e circa il 20% del gas naturale. Qui, del resto, c’è il cuore dell’industria italiana e ci sono, inevitabilmente, i maggiori consumi di energia. La nostra regione, in virtù di questo profilo economico, ha esigenze specifiche. Eppure, oggi, il prezzo unico è quasi 5 volte quello di inizio 2020. Da qui a luglio è, così, a rischio la produzione di un’impresa del territorio su quattro ed entro un anno la produzione di più della metà delle aziende”.

In tale quadro,  il  presidente di Confindustria Carlo Bonomi, a margine dell'evento, ha fatto notare come la stima del costo della "bolletta" energetica per le imprese italiane sia salita a 80 miliardi di euro dai circa 60 miliardi della precedente valutazione, secondo i dati dell'Adef. 

(Segue il  nucleare...) 

Caro energia, Assolombarda: "Il  nucleare è un'alternativa reale" 

Se quindi l’Italia ambisce davvero all’autonomia energetica, per Spada, il nucleare "non può che essere una parte importante del mix di fonti". "Quello di nuova generazione sta raggiungendo molto rapidamente uno stadio di sviluppo fino a pochi anni fa impensabile. Ma, in un futuro più prossimo, è opportuno rivalutare anche il nucleare tradizionale. Impianti sicuri, flessibili, di piccole dimensioni e realizzabili in pochi anni. È improcrastinabile parlarne senza preconcetti; il know how lo abbiamo in casa dato che le aziende del nostro territorio offrono servizi per gli impianti all’estero. Il nucleare, insomma, è un’alternativa reale su cui investire fin da subito”, ha sottolineato ancora Spada. 

(Segue il Recovery Plan...) 

 

Crisi e Recovery Plan: "La nostra responsabilità è verso i giovani" 

"Il nostro tessuto imprenditoriale, reduce dalla pandemia, si trova oggi a fronteggiare l’impatto della guerra, una sciagura che produce conseguenze economiche pesanti per l’Europa e, ancor più, per l’Italia. Il conflitto, d’altra parte, ha accelerato fenomeni che avevamo iniziato a subire già lo scorso anno: i rincari di materie prime, semilavorati e componenti; la dilatazione dei tempi di consegna e le difficoltà di approvvigionamento; il balzo dei prezzi energetici; l’impennata dei noli marittimi e i colli di bottiglia nella rete logistica. Cominciamo, inoltre, a rilevare una riduzione nel tasso di crescita degli ordini e siamo prossimi a una stretta sui tassi d’interesse". 

"Con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come classe dirigente del Paese, adesso abbiamo il dovere di pensare, responsabilmente, a quei 5,8 milioni di giovani italiani che oggi hanno tra i 15 e i 24 anni e che nel 2058 avranno tra i 51 e i 60: saranno loro a ripagare i debiti che abbiamo contratto per questo sforzo straordinario. Di questi giovani, ben un milione si trova in Lombardia e 466.000 tra Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia”.

"L’Italia non è un Paese per giovani. Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare un mondo nuovo, più inclusivo e gratificante dal punto di vista lavorativo. L’Italia, oggi, ha il terzo più elevato tasso di disoccupazione in Europa: oltre l’8,3% contro una media nell’Eurozona del 6,8%. Inoltre, il 20% di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni non studia, non lavora, non si forma. La Lombardia ha una percentuale di NEET più bassa, pari al 17%, ma si tratta comunque di 165.000 giovani che si trovano nella più totale inattività. È intollerabile: si sprecano vite, talenti e forze". 

"In questo scenario, il nostro obiettivo è duplice, chiosa Spada, rendere più attrattivo per i giovani il lavoro nelle nostre imprese e permettere, allo stesso tempo, alle nostre aziende di trovare profili adeguati. Occorre, insomma, una vera ‘rivoluzione copernicana del lavoro’, per affrontare con decisione il gap di competenze e la carenza di capitale umano. In questa partita è fondamentale il supporto di tutte le istituzioni pubbliche, nazionali e territoriali".

"Per questa ragione, conclude Spada, chiedo al ministro Colao di progettare insieme la prima Zona Economica Speciale Virtuale del Paese, che ci consenta di sperimentare il Programma ‘Lavoro 4.0’. Un’area “laboratorio” su cui testare una nuova forma di organizzazione del lavoro basata sulla collaborazione digitale e orientata a un’impostazione più smart ed efficiente. Un modello che punta alla formazione per colmare il gap di competenze che affligge il Paese”.

Leggi anche: 

Salvini, il viaggio a Mosca, i referendum e la china scivolosa

Guerra, Pd: "Salvini a Mosca? Inopportuno. Indebolisce l'azione di Draghi"

Caro energia, Italia schiacciata: subito class action contro Putin

L’inflazione dell’area euro, la Fed e l’occupazione Usa: i trend dei mercati

Berruti, saltano le nozze con la Boschi: clamoroso, film a luci rosse pesante

Martina Colombari: “Alberto Tomba? Mio grande amore ma con Billy…”. BOMBA

Un soldato ucraino combatte da solo in trincea contro i russi. Video virale

Intesa Sanpaolo eroga €4 milioni per la crescita sostenibile di GAP

Banca Mediolanum sostiene da 20 anni il Giro d'Italia