Laureati italiani in fuga, via in 97mila in dieci anni. Il Paese si svuota, non bastava il crollo delle nascite
Numeri sempre più preoccupanti. Il rapporto dell'Istat
Istat, non solo i pochi figli in Italia: quelli che si laureano poi...
L'Italia sta facendo i conti da tempo con la situazione drammatica dovuta al calo delle nascite, ma se a questo si aggiunge il dato fornito dall'Istat sul numero di laureati nel nostro Paese che poi sceglie di andare a vivere all'estero, ecco che il quadro peggiora ulteriormente ed evidenzia come l'Italia sia sempre meno un paese per giovani. Il Rapporto annuale dell’Istat – presentato ieri dal presidente Francesco Maria Chelli, alla Camera dei Deputati – analizza a fondo la situazione del Paese, e in particolare quest’anno offre una lettura dello spaccato demografico italiano.
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L'aumento straordinario della sopravvivenza - riporta Il Sole 24 Ore - ha trasformato radicalmente la struttura della popolazione italiana, dando origine a una società in cui oggi convivono insieme più a lungo diverse generazioni. I loro percorsi di vita hanno contribuito a ridefinire il contesto demografico, sociale ed economico del Paese. Ma molti di questi giovani poi scelgono di andare all'estero a causa degli stipendi più alti e le maggiori possibilità di trovare un impiego in linea con il proprio percorso di studi. Si registra così - prosegue Il Sole - un nuovo picco di espatri di giovani laureati italiani: nel 2023 oltre 21mila ragazzi tra 25 e 34 anni (+21,2 per cento sul 2022).
I rientri in patria di giovani laureati sono contenuti, pari a 6mila unità, e in calo (-4,1 per cento sul 2022). Ne deriva una perdita netta di 16mila giovani risorse qualificate: in tutto 97mila in 10 anni. Questo deflusso di conoscenze e formazione è ancora più evidente alla luce del fatto che l’istruzione superiore è cresciuta molto, soprattutto tra le donne: tra il 1992 e il 2023, la quota di laureati tra i 25- 34enni è salita dal 7,2 al 30,6% (al 37,1% tra le donne).