Stellantis, frenata sull'elettrico. Ora Fiat scommette sulle auto ibride

Fiat si prepara al lancio della Fiat 600 ibrida, ma non solo. Pesano i costi alti delle batterie e delle ricariche

di Redazione Economia
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Fiat scommette sulle auto ibride e lancia la nuova 600

Stellantis annuncia il lancio della riedizione di un’icona. La casa automobilistica punta sul mercato dell’elettrico, lanciando un nuovo modello di 600, ma non solo. È in arrivo, anche se, per ora, solo in Italia, anche quella ibrida, disponibile nel 2024 a meno di 20mila euro rispetto ai 29.950 (prezzo con ecobonus) dell'offerta più “economica” a batteria.

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Del resto la doppia motorizzazione, elettrica e ibrida, è quella che va per la maggiore (24% di quota mercato in Europa, alle spalle delle auto a sola benzina: 32,7%), in quanto assicura una considerevole riduzione delle emissioni, toglie al guidatore qualsiasi “ansia da ricarica”, costa molto meno e mantiene viva l'industria europea automotive.

La stessa Avenger, come scrive il Giornale, la “baby Jeep” partita quest'anno subito elettrica e a benzina (quest'ultima opzione inizialmente riservata a Italia, Spagna e Polonia, ma ora anche nelle concessionarie tedesche, francesi e britanniche) sarà anche ibrida. Stellantis, in proposito, sta adottando una strategia basata sulla flessibilità di questo concetto, consapevole che lo scenario europeo se non mondiale, fino a poco tempo forzatamente indirizzato alla produzione e vendita unicamente di veicoli elettrici dal 2035, sta mutando. Ecco perché, a esempio, la piattaforma sulla quale nascono Fiat 600, Jeep Avenger, Peugeot 2008 e Ds4, è in grado di dar vita sia a vetture 100% elettriche sia a vetture endotermiche.

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Il 2024, con il rinnovo dell'Europarlamento, sarà l'anno decisivo per questa “contro svolta” che vede una sempre maggiore apertura verso la neutralità tecnologica, cioè a tutte le motorizzazioni decarbonizzanti, tra cui i carburanti sintetici e soprattutto i bio-carburanti, ambito che vede l'Italia, con Eni, già pronta e forte dell'Alleanza globale siglata dal premier Giorgia Meloni al recente G-20.

Il Regno Unito, intanto, slegato dall'Unione europea, ha già preso una decisione. Lo stop alla vendita di vetture a benzina e Diesel, a favore del “tutto elettrico”, è stato posticipato di 5 anni: dal 2030 al 2035. Rinviato anche l'obbligo oneroso per i cittadini di sostituire le caldaie a gas. Il premier Rishi Sunak intende raggiungere il target delle emissioni zero nel 2050, “ma in modo più realistico”. E sul tipo di mobilità da adottare, ha aggiunto che “la decisione spetterà ai cittadini e non può essere imposta dal governo”, in quanto “non si possono chiedere ai cittadini tanti cambiamenti senza prima un dibattito nazionale in cui vengano adeguatamente informati”.

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In Europa, al contrario, Bruxelles non ha avviato alcuna consultazione nei singoli Paesi e il promotore del “tutto elettrico”, il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, visto il cambiamento del clima, in questo caso politico, ha deciso di togliere anzitempo il disturbo per candidarsi alla guida del governo olandese.

E, come scrive il Giornale, un recente report di PwC Strategies ha sondato l'atteggiamento degli italiani verso l'auto elettrica, rilevando come “nel complesso i proprietari di vetture elettriche sono soddisfatti dell'esperienza in fase di utilizzo, ma il 26% degli interpellati tornerebbe a una motorizzazione tradizionale a causa dell'elevato tempo di ricarica e delle performance della batteria alle basse temperature ambientali”.

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