Stellantis, ricavi doppi a 300 mld entro 2030.La ricetta green-tech di Tavares

Il gruppo guidato da Tavares punta a diventare leader mondiale dell'elettrico con 5 milioni di vendite nel 2030 e più di 75 modelli completamente elettrici

Carlos Tavares Amministratore delegato di Stellantis
Economia
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Un raddoppio dei ricavi netti a 300 miliardi di euro, un quarto dei quali provenienti non da mercati maturi come Europa allargata e Nord America (20 dalla Cina), con un aumento del peso del fatturato auto dai segmenti premium e lusso di quasi quattro volte (dal 4% all'11%) e un terzo delle vendite globali realizzate dai canali online. Ricavi in grado di sostenere i margini di reddito operativo rettificato (Aoi) a due cifre per tutto il periodo del piano, con l'obiettivo di generare più di 20 miliardi di euro di free cash flow industriali nel 2030 e avere un rapporto di distribuzione dei dividendi del 25-30% fino al 2025 e del riacquisto fino al 5% delle azioni ordinarie in circolazione (buyback).

Tra gli obiettivi finanziari anche il taglio del 40% ai costi di distribuzione sempre nello stesso orizzonte temporale, il raggiungimento di 5 miliardi di euro di sinergie di cassa annuali entro la fine del 2024, "un anno prima del previsto" rispetto alla deadline prevista dall'accordo di fusione fra Fca e Psa e il mantenimento del punto di pareggio a meno del 50% delle consegne consolidate.

Sono alcuni dei target del nuovo piano industriale "Dare Forward 2030" di Stellantis, il primo a firma Carlo Tavares che punta a tracciare lo sviluppo del quarto gruppo atuomobilistico mondiale nato nel 2021 dalla fusione fra l'italo-americana Fca e il gruppo francese Psa per i prossimi nove anni. Gruppo in cui la famiglia Agnelli, tramite la holding Exor, è la prima azionista singola con il 14,4% del capitale. 

Il presidente di Stellantis e di Exor John Elkann nella clip di presentazione del nuovo piano industriale
 

Il raddoppio dei ricavi verrà raggiunto grazie alla vendita di cinque milioni automobili completamente elettriche Bev (a batterie elettriche pure, ndr) nel 2030, raggiungendo il 100% del mix di vendite Bev di autovetture in Europa e il 50% di autovetture e veicoli leggeri negli Stati Uniti. Settore in cui la casa automobilistica punta doventare leader con più di 75 modelli elettrici, tra cui il primo Suv 100% elettrico a batteria del marchio Jeep, che sarà lanciato all'inizio del 2023, seguito dal Ram ProMaster Bev più avanti nel 2023 e il pickup Ram Bev nel 2024. E a lanciare un'offensiva di prodotto specifica negli States di oltre 25 nuovi Bev. 

Ma per la forte crescita del fatturato Stellantis azionerà anche la leva dei veicoli commerciali, mercato dove Tavares in ugual modo a raggiungere la leadership con 26 nuovi lanci e offerte elettriche in tutti i segmenti, compreso il nuovo Ram 1500 Bev. Il piano startegico prevede anche il "lancio di un mercato digitale globale che offra ai clienti un viaggio senza interruzioni lungo l'intera galassia di prodotti e servizi di Stellantis", si legge in una nota.

Per quanto riguarda i mercati geografici, In Cina Tavares preparerà un piano, sempre al 2030, per il modello di business "asset-light" per ridurre i costi fissi e limitare l'esposizione al rischio geopolitico, con ricavi netti di 20 miliardi di euro.

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, Stellantis punta alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 50% entro il 2030, rispetto alle metriche del 2021, verso il traguardo di zero emissioni entro il 2038 (il gruppo prevede anche un'unità operativa per l'economia circolare). Sempre sui target Esg, l'obiettivo è quello di inserire manager donne nel 35% dei ruoli di leadership.

I target al 2024 e al 2027

Per il 2024 Stellantis stima di raggiungere ricavi pari a circa 200 miliardi di euro, un margine sull'utile operativo adjusted superiore al 10%, un free cash flow industriale sopra i 6 miliardi di euro e un rapporto tra ricavi e investimenti e spese per R&D di circa l'8%. Al 2027, i target sono di ricavi per circa 250 miliardi di euro, un margine sull'utile operativo adjusted superiore al 10%, un free cash flow industriale sopra i 12 miliardi di euro e un rapporto tra ricavi e investimenti e spese per R&D di circa l'8%.

Infine al 2030, i target sono di un margine sull'utile operativo adjusted superiore al 12% e un rapporto tra ricavi e investimenti e spese per R&D di circa l'8%. Nei risultati il peso dei veicoli Bev sui ricavi è stato pari al 3%, per il 2030 si stima che sarà pari al 52%, mentre il peso dei veicoli ibridi e con motori tradizionali passerà dall'82% del 2021 al 26% nel 2030. A livello geografico, la distribuzione dei ricavi vedeva nel 2021, il 46% derivante dal Nord America, il 39% dall'Europa allargata e il 15% dagli altri Paesi. Per il 2030, l'attesa è di arrivare al 39% dal Nord America, 37% per l'Europa allargata e per il 28% dagli altri Paesi. 

La diversificazione geografica è uno dei capisaldi del nuovo piano. Da qui al 2030 Stellantis punta infatti a portare dal 15% al 25% il contribuito ai ricavi da paesi fuori da Europa e Nord America. Per Medio Oriente e Africa, l'obiettivo al 2030 è di avere una quota di mercato superiore al 22%, con più del 25% delle vetture Lev, 10 marchi, un margine Aoi superiore al 12% e circa 55 lanci di nuovi modelli.

In Sud America, con un focus su Cile e Colombia, il target è per una quota di mercato sopra il 25%, un margine Aoi di circa l'8%, la presenza di 8 marchi, 28 lanci di prodotti e in Brasile circa il 20% di vetture Lev. Per quanto riguarda l'India e l'Asia Pacifico, la stima di quadruplicare la quota di mercato, avere un margine Aoi superiore al 13%, 10 brand, circa 75 lanci e un 50% di auto vendute Bev. In questa area, nel 2023 inizierà la produzione in Indonesia e il raggiungimento del 100% della capacità produttiva in Malaysia entro il 2025. Nello stesso anno il gruppo guidato da Tavares inizierà la produzione nel Sud-Est asiatico di vetture EV.

In ogni caso, Stellantis punta comunque a consolidare le posizioni e a crescere anche in Nord America e in Europa: per la prima area il gruppo stima di avere una quota di mercato superiore al 13%, con il 50% di auto Bev, 9 brand, un margine Aoi sopra il 15% e due Gigafactory per batterie con una potenza di 150 GWh. Nel periodo del piano in Nord America saranno fatti circa 35 lanci di nuove vetture. Entro il 2030, inoltre, circa il 40% delle auto sarà venduto online, mentre per la fine del 2023 Stellantis conta di avere un servizio finanziario completamente detenuto.

Per quanto riguarda l'Europa allargata, Stellantis punta a una quota di mercato superiore al 23%, 100% di auto Bev, 13 brand, un margine Aoi superiore al 10%, 90 nuovi lanci e una capacità di 250 GWh grazie a tre gigafactory per batterie in Francia, Germania e Italia. Al 2030, più del 45% delle vendite nell'area saranno fatte online.

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"Il nostro viaggio è sostenuto dall'innovazione e dall'eccellenza ingegneristica, che ci consentiranno di dotare delle tecnologie più recenti tutti i nostri veicoli, dai più economici a quelli di lusso e ad alte prestazioni presenti nella nostra incredibile offerta di marchi. Il cliente è al centro di tutto ciò che facciamo. Puntiamo a essere il numero uno nella soddisfazione del cliente per i nostri prodotti e servizi in ogni mercato". In particolare, "presteremo un'attenzione eccezionale all'esperienza completa end-to-end, lavorando per eliminare qualsiasi ostacolo in tutta la catena del valore. Guideremo il mercato dei veicoli commerciali con il più efficiente portafoglio di prodotti e servizi portando soluzioni eccezionali ai nostri clienti professionali", ha commentato Tavares durante la conference call

Il futuro degli stabilimenti europei, secondo il numero uno di Stellantis, non dipende tanto dalle decisioni del management del gruppo quanto dalle dimensioni del mercato auto europeo. “Sugli stabilimenti italiani vale la stessa risposta che vale per quelli francesi, tedeschi, spagnoli... noi siamo in una posizione offensiva per quanto riguarda i prodotti, le tecnologie, gli investimenti, il punto è la dimensione del mercato europeo”, ha spiegato Tavares. "Il mercato europeo ora è di 15 milioni di unità, prima del Covid era a 18 milioni. Se il mercato continua a scendere non e' tanto un problema di Stellantis, quanto di tutta Europa. Dobbiamo proteggere le dimensioni del mercato europeo”, ha sottolineato Tavares.

Re David- De Palma (Fiom): “Chiediamo garanzie per i lavoratori italiani, stato di agitazione fino all’incontro al Mise”

Da parte loro le sigle sindacali non si dicono completamente soddisfatte. “Il piano strategico a lungo termine 'Dare Forward 2030' presentato oggi dall'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares non contiene nessuna garanzia per i metalmeccanici italiani. È proclamato lo stato di agitazione per garantire l'occupazione in tutti gli stabilimenti, fino all'incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico per il prossimo 10 marzo", hanno dichiarato in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.

"È necessario un confronto sul piano industriale, sul futuro dei lavoratori in produzione, negli enti di ricerca e sviluppo e nelle funzioni di staff, e sulle aziende della componentistica committenti. Le lavoratrici e i lavoratori stanno subendo la cassa integrazione da anni", dicono Re David e De Palma.

Ciò detto, "se non ci saranno garanzie, a partire dal 10 marzo, sulle missioni produttive, sugli investimenti, sui modelli e sui volumi, conclude la Fiom, si mobiliterà con le lavoratrici e con i lavoratori per un piano necessario per superare il ricorso agli ammortizzatori sociali e per far ripartire l'industria dell'automotive con investimenti per la transizione nel nostro Paese".

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Spera (Ugl): “Piano ambizioso, capire come si realizza in Italia”

Per il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, il piano è invece ambizioso ma ora bisogna “metterlo a terra”. Il piano “va nella direzione preannunciata ed è declinato su larga scala, ora occorre capire invece come nel dettaglio lo stesso piano verrà implementato in Italia".

“Ci aspettiamo che già il 10 marzo, nell'incontro convocato presso il Mise alla presenza del ministro Giorgetti, dei viceministri e delle organizzazioni sindacali, si possa entrare nel merito di Dare Forward 2030", ha detto Spera, sottolineando che "finora possiamo dire che Stellantis sta dando seguito agli impregni assunti, ma e' importante capire come il piano strategico andrà ad incidere nei vari stabilimenti italiani, sulla base di quanto anticipato oggi da Tavares".

Secondo il sindacato "è chiaro, comunque, che anche il Governo dovrà fare la propria parte, visto che si va dritti verso l'elettrificazione. Occorre rinnovare gli stabilimenti, procedere a tutti gli aggiornamenti del caso, sfruttando al meglio le risorse e gli investimenti contenuti per il settore nel Pnrr', ha concluso Spera.

La seduta pesante in Borsa per la guerra in Ucraina non sta aiutando l'accoglimento delle nuove strategie del gruppo automobilistico da parte degli investitori. A fine seduta, infatti, il titolo Stellantis perde oltre il 6% a 15,236 euro. 

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