Hamas, i leader e un patrimonio miliardario. Gestiscono Gaza senza viverci

Le rivelazioni su corruzione e contrabbando di uno dei figli dei capi pentito: "Vendono le informazioni all’Iran in cambio di sostegno finanziario"

di Redazione Esteri
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Hamas, i tre leader con un patrimonio personale da 11mld. I contatti con Iran e Qatar

La guerra tra Israele e Palestina continua ed emergono dettagli su chi questa offensiva l'ha innescata lo scorso 7 ottobre, il gruppo terroristico di Hamas. Si calcola che i tre leader riconosciuti: Ismail Haniyeh, Khaled Mashal e Musa Abu Marzuk posseggano un patrimonio finanziario importantissimo, si stima di circa 11 mld in tre. Vivrebbero in hotel di lusso sparsi per il mondo e non a Gaza. Tutto è emerso - si legge su Il Corriere della Sera - nel 2019, quando Hamas subì una delle defezioni più gravi nella sua storia più che ventennale: Suheib Yousef, un esponente basato in Turchia, fuggì e si mise in contatto con la rete televisiva israeliana Channel 12 per raccontare la sua storia. Yousef non era un militante qualsiasi. È figlio di uno dei sette fondatori del movimento, Sheikh Hassan Yousef, e una volta raggiunta una località sconosciuta in Asia diede un'intervista devastante. Raccontò la corruzione dei dirigenti di Hamas all’estero e i loro canali di arricchimento.

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Disse - prosegue Il Corriere - che uno dei compiti degli agenti di Hamas in Turchia era intercettare i dirigenti palestinesi in Cisgiordania e in vari Paesi arabi, ma non per fini politici. "Lavoravano per interessi stranieri — rivelò il 38enne Yousef —. Vendono le informazioni all'Iran in cambio di sostegno finanziario". Pochi mesi dopo il sito saudita Elaph.com ha riferito che Maaz Haniyeh, altro figlio del capo, avrebbe ottenuto un passaporto turco e da Istanbul gestirebbe il vasto patrimonio immobiliare della famiglia. Del resto il legame di Hamas con Recep Tayyip Erdogan resta stretto, come si vede dalla difesa del movimento da parte del presidente turco nei giorni scorsi. Sono accuse impossibili da verificare, ma l’evidenza della corruzione sistemica a Gaza non manca. Non solo perché questi uomini controllano il flusso degli aiuti da Paesi come il Qatar, l’Iran e le comunità musulmane in tutto il mondo.

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