Tensione tra Cina e Taiwan. Si apre un terzo fronte mondiale? Analisi

Un terzo fronte mondiale si sta aprendo, quello tra Cina e Taiwan. Pechino è pronta a invadere l'isola, ma il vero obiettivo è un altro

Di Giuseppe Vatinno
 Xi Jinping e Tsai Ing-we
Esteri

Tensione tra Cina e Taiwan. Si apre un terzo fronte mondiale? Il vero obiettivo di Pechino sono gli Usa. Analisi

Un terzo fronte mondiale si sta aprendo in uno scenario peraltro già assai complesso.

Due guerre in corso, quella tra Russia ed Ucraina e quella tra Israele e Palestina, ed una che potrebbe deflagrare da un momento all’altro, tra Cina e Taiwan, l’antica Formosa o “Cina nazionalista” che ha anche rivendicazioni territoriali sul continente. In queste ore 35 aerei e 15 navi da guerra cinesi hanno circondato l’isola, superando la linea mediana dello stretto, guidate dalla portaerei Shandong. A quanto si apprende questa è una reazione alla pianificazione dell’acquisto da parte di Taipei di droni militari, a scopo di deterrenza.

La situazione nell’Oceano Pacifico occidentale è quindi molto calda. Il ministero della difesa taiwanese ha dichiarato che: "I nostri vertici hanno monitorato la situazione e incaricato le forze appropriate di rispondere". Da parte sua, il portavoce cinese Wu Qian ha fatto notare che c’è “una pericolosa situazione di guerra” anche per colpa degli Stati Uniti le cui navi stazionano nel Mar Cinese Meridionale. “Gli Usa prima ci chiedono il dialogo e poi parlano con Taiwan. La questione dell'isola è una faccenda interna che non tollera alcuna interferenza esterna”, ha poi continuato il portavoce. Attualmente è alla guida di Taiwan un partito progressista e il presidente è Tsai Ing-we, che è visto come il fumo negli occhi dai cinesi. Fra tre mesi ci saranno le elezioni e questo spinge ad un confronto muscolare.

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Ma se sul campo la situazione è tesissima a livello diplomatico ferve una intensa attività. L’altro ieri il ministro degli Esteri Wang Yi è stato a Washington dove ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in vista di un possibile incontro tra Xi Jinping e Joe Biden a San Francisco.

Il Washington Post crede poco all’incontro di Wang, proprio perché gli interessi tra Usa e Cina sono assai divergenti. Pechino è molto interessata a spingere Washington a mitigare le forti restrizioni sulla esportazione tecnologica verso la Cina. Ma tornando alle operazioni militari c’è da notare come i fatti recenti non siano nuovi: dall’inizio del mese la Cina ha mandato 380 aerei da guerra e 127 navi intorno a Taiwan. Questa tensione intorno all’isola possono avere diverse motivazioni. La prima è storica, e cioè che la Cina si stia preparando ad invadere Taiwan sfruttando l’instabilità mondiale dovuta ai due grandi conflitti in atto.

La seconda ipotesi è che il Dragone stia testando sul campo la sua capacità di contrastare gli Usa per una futura invasione, non immediata. Questa è la tesi, ad esempio, propugnata dal Wall Street Journal che ha fatto notare come questa volta non ci sia stato il solido codazzo di propaganda politica e nazionalista. Insomma ora si tratterebbe di vere proprie esercitazioni sul campo.

La particolare orografia dell’isola ex portoghese è infatti particolarmente ostile per i cinesi che si troverebbero subito – in caso di invasione- a dover affrontare ripide montagne e che darebbero tempo agli Usa di intervenire nel conflitto difendendo l’isola. Nel 2025 dovrebbe poi entrare in attività la nuova moderna portaerei Fujian, che permetterebbe una più facile invasione cinese ed è per questo che gli Usa hanno poco tempo per ripristinare un equilibrio strategico.

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