Caso Zanon, Camera: "Sulla stampa ricostruzioni sbagliate"

Il presidente dell'associazione ITALIASTATODIDIRITTO sulle parole del professor Zanon: "Intervento rispettoso di ruolo e deontologia"

Redazione
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Nicolò Zanon
Milano

Caso Zanon, Camera: "Sulla stampa ricostruzioni sbagliate"

Stanno facendo discutere in questi giorni alcuni passaggi dell'intervento del professor Nicolò Zanon, ex giudice costitituzionale, che ha partecipato alla presentazione dell’ultimo libro di Alessandro Barbano, intitolato “La Gogna - Hotel Champagne la Notte della Giustizia Italiana”, evento promosso dall'associazione ITALIASTATODIDIRITTO.

L'intervento di Zanon e le ricostruzioni dei giornali

Secondo quanto riportato da alcune testate, Zanon parlando della sentenza della Corte costituzionale sul caso Cosimo Ferri avrebbe riferito di un pronunciamento avvenuto "rovesciando" la Costituzione per evitare di sconfessare la Cassazione e la sezione disciplinare del Csm sulla notte dell’Hotel Champagne. La camera di consiglio avrebbe di fatto schiacciato i principi costituzionali in nome di logiche corporative: "Quella sentenza della Corte costituzionale sulle intercettazioni rovescia la Carta, la mette sotto i tacchi. Tanto è vero che Franco Modugno, inizialmente uno dei relatori, non la firma", sono le parole di Zanon riportate da alcune testate.

Caso Zanon, le parole di Guido Camera: "Intervento pienamente rispettoso del ruolo e della deontologia"

In merito, interviene su Affaritaliani.it Milano Guido Camera, presidente di ITALIASTATODIDIRITTO. Che chiarisce: "Riteniamo opportuno intervenire in relazione ad alcune inesattezze che sono apparse sulla stampa in merito all’ intervento del professor Nicolò Zanon". In particolare, ricostruisce Camera, è stato scritto che "il professor Zanon avrebbe violato il segreto della camera di consiglio della Corte costituzionale, parlando della decisione della Consulta medesima sull’utilizzabilità delle intercettazioni effettuate nei confronti del deputato Ferri, nell’ambito della vicenda descritta da libro. Inoltre, si è scritto che nel dibattito Zanon avrebbe parlato di pressioni subite dalla Corte in quella vicenda, e che le sue parole avrebbero profilato un “abuso di ufficio” da parte dei giudici costituzionali"

Camera argomenta: "Come potrà constatare chiunque ascolti l’intera videoregistrazione del dibattito - che è disponibile su YouTube- queste ricostruzioni sono sbagliate. Il suo intervento è stato pienamente rispettoso del ruolo e della deontologia dei giudici costituzionali. La verità è che il professor Zanon - al quale manifestiamo la nostra massima solidarietà e ribadiamo il ringraziamento per la lucidità e onestà intellettuale dei suoi interventi - ha espresso le proprie legittime opinioni riferendosi sempre a fatti ed elementi pubblici, molti dei quali riportati proprio nello stesso libro che era chiamato, con gli altri relatori, a commentare".

"Ci sembra poi incredibile che si parli di violazione del segreto della camera di consiglio - prosegue Camera -: meraviglia che aumenta se si pensa, appunto, che il professor Zanon ha proprio precisato, nel dibattito, di limitarsi a commentare il libro e altri dati pubblici (le sentenze della corte tali sono) proprio per il rispetto della camera di consiglio costituzionale. Peraltro, i non addetti ai lavori forse non sanno che il professor Zanon è uno studioso che da sempre sostiene - in dibattiti e pubblicazioni scientifiche- l’importanza di garantire visibilità e trasparenza all’opinione dissenziente anche all’interno della Corte costituzionale, come accade del resto anche alla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Dunque, le sue parole di mercoledì erano ancora più motivate e coerenti con il proprio pensiero di studioso".

Camera: "Zanon non ha riferito di pressioni sulla Corte"

Camera conclude: "Non corrisponde inoltre al vero che egli abbia parlato di pressioni sulla Corte, o che abbia profilato responsabilità penali dei giudici costituzionali. Egli, appunto, ha solo manifestato in modo motivato e rispettoso dell’istituzione il suo dissenso rispetto a una decisione già resa pubblica, a mesi di distanza dalla sua diffusione e dopo avere anche cessato il ruolo di giudice costituzionale. Tutte queste polemiche ci dispiacciono, perché distolgono l’attenzione rispetto al vero cuore delle parole e dei pensieri emersi nel dibattito, dove si sono confrontate diverse vedute legate però  da un unico comune denominatore, ovvero salvaguardare al meglio l’indipendenza della magistratura e delle nostre altre più importanti istituzioni, rispetto ai tanti pericoli di ferite a questi valori evidenziati da Barbano nel suo libro".