Cecilia De Astis, la rabbia del figlio: "Ragazzini educati a rubare e uccidere. I genitori? Non li voglio vedere"
Le parole di Filippo Di Terlizzi dopo l’udienza al Tribunale dei Minori di Milano: “Non voglio avere contatti con queste persone, mi addolorerebbe ancora di più”. Sua madre è stata uccisa travolta da un'auto rubata con a bordo quattro bambini
Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis
Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis, la 71enne travolta e uccisa l’11 agosto a Milano da un’auto rubata guidata da un 11enne, si è recato al Tribunale dei Minori per l’udienza sui quattro ragazzini coinvolti. “Chiedo giustizia a nome di mia mamma e di tutti noi”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di un percorso di recupero per i minori ma anche di responsabilità per una situazione “che va risolta”. “Non voglio avere contatti con queste persone, mi addolorerebbe ancora di più”.
Cecilia De Astis, la rabbia del figlio: "Ragazzini educati a rubare e uccidere. I genitori? Non li voglio vedere"
"A nome di mia mamma e di tutti noi chiedo giustizia. Come cittadino, ritengo che tutti debbano essere tutelati e non arrivare a queste situazioni; quanto ai bambini che erano sull’auto che ha ucciso mia madre, devono essere messi in condizioni di non nuocere". Così Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis, la donna di 71 anni travolta e uccisa lo scorso 11 agosto in via Saponaro, a Milano, da un’auto rubata a bordo della quale viaggiavano quattro ragazzini rom tra gli 11 e i 13 anni.
Ieri la notizia che tre dei quattro bambini saranno affidati al Comune di Milano, cui spetterà la podestà genitoriali. Per i minori, spiega Di Terlizzi, "deve essere fatto un lavoro di recupero perché comunque hanno diritto a recuperare la loro educazione mancata. Al contempo, però, qualcuno deve rispondere di una situazione che tutti noi abbiamo ben presente e che va risolta".
Il figlio di Cecilia De Astis al tribunale dei minori
Il figlio della vittima iera era presente al Tribunale dei Minori di Milano, dove anche i genitori dei quattro ragazzini sono stati chiamati in udienza per le misure da intraprendere sui minori coinvolti. Ha però deciso di non entrare in Aula: "Non ho avuto modo di incontrare i genitori di questi ragazzi, ma non lo vorrei neanche. Non voglio avere contatti con queste persone anche perché considerato il loro modo di vivere mi addolorerebbe ancora di più guardarli sapendo quello che è successo a mia mamma".
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Di Terlizzi si augura che i giudici "prendano in mano concretamente la situazione e da qui venga fuori un discorso più ampio che serva a tutelare tutti noi. Perché ogni giorno siamo a rischio di furti negli appartamenti, di scippi violenti sulle metropolitane e sui mezzi pubblici e laddove non gli si permette di fare quello che vogliono si rischia anche di prendere le botte, o addirittura di perdere la vita. È una situazione che già si conosce perché si sa di che cosa vivono, di quali espedienti vivono queste persone, si sa che vivono di furti, non nascondiamocelo. Dobbiamo essere forti tutti insieme, coesi in questa situazione e ribellarci e farci sentire”, ha aggiunto.
“Questi ragazzini sono stati educati a rubare e uccidere”
Parole durissime infine quelle di Di Terlizzi sui ragazzini: per lui "sono stati educati a rubare e, in questo caso, anche a uccidere senza porsi il minimo problema di coscienza". Il suo auspicio è che i minori vengano "mandati in riformatorio, in un luogo dove possono essere rieducati, per quanto si possa rieducare chi è stato introdotto nella società con questa modalità".