Milano, truffe agli anziani: una 96enne al vertice della banda del “finto carabiniere”

Le accuse riguardano una serie di furti e truffe avvenuti dal 2023. Ventuno misure cautelari e un bottino di circa 2,5 milioni di euro

di Roberto Servio
Milano

Una 96enne al vertice della banda del “finto carabiniere”: 21 indagati a Milano

Una donna di 96 anni, di origine sinti, ritenuta dagli inquirenti un elemento centrale dell’organizzazione e incaricata di sorvegliare la base logistica del gruppo nel quartiere di Muggiano, alla periferia ovest di Milano, figura tra i destinatari delle misure cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale di Milano. L’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Milano, riguarda complessivamente 21 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio. In totale sono stati eseguiti 16 arresti: uno degli indagati era già detenuto per altra causa, sei sono stati condotti in carcere, nove posti agli arresti domiciliari e cinque sottoposti all’obbligo di dimora. Al centro dell’inchiesta vi è un sodalizio criminale specializzato in truffe e furti, in particolare ai danni di persone anziane, commessi con il trucco del “finto carabiniere”, che permetteva agli indagati di introdursi nelle abitazioni delle vittime fingendosi appartenenti alle forze dell’ordine.

 

Ricostruiti oltre 37 reati commessi fra Italia, Svizzera e Belgio

Il provvedimento nasce dall’indagine denominata “Altro Mondo”, condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Milano e coordinata dalla Procura milanese, avviata a partire dal 2023 come risposta alla recrudescenza di furti, rapine e truffe contro il patrimonio. Le investigazioni hanno portato all’individuazione di un gruppo di persone di origine sinti con una vera e propria base operativa nel quartiere di Muggiano, da cui venivano pianificate le attività criminali. Oltre ai furti in abitazione, l’organizzazione si occupava della ricettazione e del riciclaggio della refurtiva, anche all’estero. Sono state ricostruite responsabilità per 12 furti, 15 episodi di ricettazione, 8 di riciclaggio e 2 di autoriciclaggio, commessi tra Italia, Svizzera e Belgio. In più occasioni gli indagati avrebbero utilizzato un camper come copertura per trasportare oltreconfine ingenti quantitativi di gioielli e preziosi destinati a essere reimmessi sul mercato illecito.

Più di 2 milioni di euro l'ammontare dei furti

Il valore economico complessivo dei beni rubati è stato stimato in circa 2,5 milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni, eseguite anche in Svizzera con l’ausilio dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, i carabinieri hanno sequestrato circa 43mila euro in contanti, numerosi orologi di lusso, lingottini d’oro, borse e monili preziosi, oltre a radio trasmittenti, scanner per l’individuazione di microspie e due pistole scacciacani. A questi si aggiungono sequestri già effettuati nei mesi precedenti: 15mila euro in contanti, orologi, borse e gioielli di lusso e altri preziosi per un valore complessivo di circa 500mila euro, nonché una pistola a salve, rinvenuti in un nascondiglio ricavato nel controsoffitto di un’abitazione.

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