Milano, Di Marco (M5S): "Dopo San Siro, Forza Italia vuole passare all'incasso"

Il pentastellato Nicola di Marco: "Il rischio è che le macerie lasciate dal sindaco Sala, nel tentativo di salvare sé stesso, finiscano per regalare la città al centrodestra". L'intervista

di Nicolò Rubeis
Milano

Milano, Di Marco (M5S): "Dopo San Siro, Forza Italia vuole passare all'incasso"

"Il rischio è che le macerie lasciate dal sindaco Sala, nel tentativo di salvare sé stesso, finiscano per regalare la città al centrodestra". Parte da questa considerazione l'analisi su Milano di Nicola Di Marco, capogruppo del M5s in Regione Lombardia. La vendita di San Siro a Milan e Inter con "l'abbraccio fatale" di Forza Italia non è andata giù ai pentastellati: "Paradossalmente, nel momento di maggiore difficoltà, Sala è riuscito a svendere lo stadio come voleva passando sopra a maggioranza e minoranza" prosegue Di Marco. "E l'impressione, leggendo la proposta di commissariamento fatta da Tajani, è che ora Forza Italia voglia riscuotere il credito". L’esponente del M5s mette in guardia la coalizione anche sull’ormai ex Terzo Polo: “Quelli che in Regione inseguirono l’improbabile candidatura di Letizia Moratti, oggi sono nel centrodestra o nel gruppo misto”. L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO 

La vendita dello stadio rappresenta per voi il punto di rottura finale? 
Su San Siro abbiamo assistito ad anni di chiacchiere, peraltro mai accompagnate dall’ascolto, per poi vedere il Consiglio Comunale ridotto a votare una delibera a notte fonda, mentre l’ormai ex maggioranza cercava voti al lumicino e sostegni esterni. È evidente come, con la logica del prendere o lasciare a perdere sia stata in primo luogo la città di Milano. Noi purtroppo non siamo in Consiglio comunale, ma anche da fuori pare evidente l’implosione della maggioranza e della giunta, così come è stata altrettanto evidente la deflagrazione interna al centrodestra.

Se il centrosinistra vuole continuare a vincere a Milano servirà un'alleanza larga che tenga dentro anche voi e Avs?
Per quanto ci riguarda prima di definire perimetri politici sarebbe auspicabile un dibattito su quale idea di città si voglia portare avanti. Aggiungo però una riflessione. In Consiglio regionale, la coalizione progressista che ha sostenuto la candidatura di Pierfrancesco Majorino alle ultime regionali, aveva un programma concordato, sostenuto da schieramenti definiti. Diversi si alzarono dal tavolo a suo tempo per inseguire l’improbabile candidatura di Letizia Moratti, come alternativa ad Attilio Fontana. Oggi in Consiglio regionale, del fu Terzo Polo, non è rimasto nulla se non i consiglieri regionali passati al gruppo misto o al centrodestra.

Su San Siro l’intervento di Forza Italia alla fine è stato decisivo.
L’abbraccio fatale con Forza Italia è ulteriore elemento della fine dell’esperienza Sala. La scorsa estate il sindaco, nel corso di un lungo intervento autoassolutorio in Consiglio Comunale, aveva promesso discontinuità e un cambio di passo rispetto al punto morto in cui era arrivata la consiliatura in materia urbanistica. Come si è passati dalla promessa 'ossessione per le periferie' all’ossessione per i fondi immobiliari? Dopo l’estate qualcuno si è accorto di un cambio di passo? Che fine ha fatto la promessa di discontinuità? Il nuovo assessore all’Urbanistica? L’impressione è quella di promesse naufragate, alle quali Forza Italia ha offerto una comoda scialuppa di salvataggio. Non credo che questo sfocerà in un nuovo asse di governo della città, quanto più probabilmente in quella fluidità di rappresentanza di interessi, che sta provando a riportare in Parlamento quel condono mascherato che è il Salva Milano.

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Tajani propone un commissario per "sbrogliare la matassa" del Salva Milano e risolvere i problemi sull'urbanistica. Che ne pensa?
L’ennesima sberla a chi, non appena si presenta l’occasione, prova a porgere la guancia dall’altra parte.  Un messaggio chiaro a chi in questi giorni ha fantasticato sulla possibilità di aprire un dialogo con un mondo, che riteniamo, e a sua volta si ritiene, distante al punto che la prima proposta per lavorare insieme è quella di un commissario ad acta per sbloccare, presumibilmente a proprio uso e consumo, la questione urbanistica.  Se questi sono i presupposti del 'Patto sull’edilizia' noi non possiamo che prenderne le distanze. 

A Milano siete passati da tre a zero consiglieri comunali. Come si legano le vostre battaglie più ambientaliste con una città votata allo sviluppo immobiliare?
È evidente che ora ci troviamo in una fase di rinnovamento e riorganizzazione, avviata dal presidente Conte, che ci deve vedere in città sempre più a contatto con i cittadini e le realtà presenti nei municipi, per rappresentarne al meglio i bisogni. L’esperienza ha dimostrato che nessuna forza politica, se non appunto il M5s, ha saputo far coesistere una visione di futuro sostenibile con l’idea di sviluppo e benessere collettivo. Posso citare come esempi concreti le Comunità energetiche, il Superbonus e i fondi del Pnrr. Oggi chi ha potuto beneficiare di questi strumenti, investendo, rischia di entrare in crisi a causa di un governo nazionale impegnato a investire in armamenti o di una Regione Lombardia che abbandona al degrado decine di migliaia di alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica e le strutture sanitarie per la medicina territoriale prive di servizi. 

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